No, nemmeno l’hashtag #blackoutchallenge ha a che fare con cinture o soffocamento
Alcuni giornali parlano della #blackoutchallenge senza sapere effettivamente di che cosa si tratti
22/01/2021 di Ilaria Roncone
La questione della bambina di Palermo di 10 anni in seguito a soffocamento è su tutti i giornali e in tutti i notiziari e, nonostante manchino legami precisi e evidenze rese note con TikTok. Nello specifico, in rete e sui giornali c’è un riferimento a due challenge del social cinese: #hangingchallenge e Blackoutchallenge. Ieri abbiamo già affrontato la questione dell’hashtag #hangingchallenge e oggi vogliamo capire cosa sia la #blackoutchallenge e quali contenuti si trovino su TikTok una volta che si accede al feed specifico per questo hashtag.
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#blackoutchallenge, quanti e quali contenuti
Così come è successi con l’hastag #hangingchallenge , anche quello relativo alla #blackoutchallenge è stato utilizzato sia in rete che sui giornali in modo inappropriato. Per citare uno degli ultimi contenuti pubblicati dai giornali italiani, Il Messaggero è uscito con un video dal titolo “TikTok, bimba di 10 anni si lega cintura al collo per il Blackout Challenge: è in rianimazione”. L’hashtag su TikTok ha collezionato 22,8 milioni di visualizzazioni al momento e sono tanti i video abbinati ma – a parte quelli appositamente creati dopo la questione di Palermo – nessuno prevede contenuti che abbiano a che vedere con il soffocamento.
Cos’è la BlackOutChallenge
Andando a scorrere un po’ di contenuti su TikTok è facile capire che cos’è la BlackOutChallenge. I contenuti iniziano con una persona in una determinata situazione e, dopo la comparsa di una schermata nera – da qui il nesso con blackout – la stessa persona si ritrova in una situazione completamente diversa. Un esempio? Una giovane donna solleva dei pesi, schermata nera, quella stessa donna sta facendo una serie di salti mortali all’indietro. Altro esempio: due ragazze sono a sedere a un tavolino mentre bevono un caffè, schermata nera, le due giovani stanno facendo la verticale su quelle stesse sedie. Niente cinture, niente soffocamenti, nessuna traccia di contenuti che possano assomigliare a quanto accaduto a Palermo. La maggior parte dei contenuti veicolati ha a che fare con esercizi ginnici. Fino a che non saranno fatte tutte le opportune verifiche del caso – con la possibilità di coinvolgere TikTok Italia nelle indagini vista la disponibilità ricevuta – non ha senso demonizzare questi hashtag.