Il problema non sono le challenge. Il problema è che, se hai 10 anni, vìoli le condizioni d’uso di TikTok

Analisi dei termini e delle condizioni di utilizzo del social network più popolare tra i giovanissimi

22/01/2021 di Redazione

È il vecchio problema di perdersi a guardare il dito mentre si indica la luna. Nel corso della giornata di ieri, dopo la tragica notizia della bambina di Palermo di 10 anni morta in seguito a un soffocamento, con la scoperta – all’interno del bagno – del telefono con cui molto probabilmente stava girando un video, in tanti hanno concentrato la loro attenzione sul presunto problema delle “challenge” su TikTok. Un problema che vi abbiamo invitato a valutare con molta attenzione, perché – al momento – non ci sono evidenze specifiche su #hangingchallenge o su #blackoutchallenge. Se fosse confermato, come sembra suggerire anche la dichiarazione ufficiale del team che si è messo a disposizione delle autorità per eventuali indagini, l’utilizzo del social cinese, allora il problema su cui bisognerebbe interrogarsi riguarda le condizioni di utilizzo TikTok.

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Condizioni di utilizzo TikTok, cosa c’è scritto

La stampa italiana si è concentrata sin troppo su challenge che probabilmente non lo erano. Se si naviga su TikTok e si seguono gli hashtag – come vi abbiamo detto qui – non si trova nulla di nemmeno lontanamente paragonabile a una sfida che prevede un soffocamento. Invece è sfuggita una cosa molto più evidente. Ovvero che TikTok, come tutti gli altri social network, prevede rigidi termini e condizioni di utilizzo. Su video che incitano al suicidio, ad esempio, il team di controllo sostiene:

«Rimuoviamo inoltre i contenuti che mostrano tentativi di suicidio o persone che si comportino o stiano per comportarsi in modi che potrebbero condurre al suicidio. Proibiamo qualsivoglia contenuto che promuova, consideri normale o esalti il suicidio, che fornisca istruzioni per il suicidio o che rappresenti il suicidio come un atto d’onore o eroico».

Insomma, contenuti come una presunta #blackoutchallenge non potrebbero essere accessibili alla timeline di una bambina di 10 anni. Ma c’è un altro problema, che risiede proprio nell’età della giovane vittima. Una bambina di 10 anni non potrebbe utilizzare TikTok. E non è un principio etico: semplicemente, le regole del social network non lo consentono. Nelle condizioni di servizio sulla tutela dei minori, ecco cosa dicono le regole della piattaforma.

«[Non è possibile] accedere o utilizzare i Servizi se avete un’età inferiore ai 13 anni o per altri motivi non siete in grado di accettare le presenti Condizioni».

In più, per i minorenni (TikTok sottolinea che considera minori tutti i ragazzi e le ragazze al di sotto dei 18 anni), esistono anche altre limitazioni. Ad esempio:

«I titolari di account al di sotto dei 16 anni non possono utilizzare messaggi diretti, né possono effettuare dirette streaming; le soglie di età possono variare a seconda delle aree geografiche. I titolari di account di età inferiore ai 18 anni non possono inviare o ricevere doni attraverso la funzione regali virtuali».

Il vero problema riguardante l’uso di TikTok da parte della bambina di Palermo

TikTok sottolinea anche che i contenuti non in linea con le proprie policy verranno rimossi. Dunque, avrebbe dovuto rimuovere automaticamente tutti i video fatti in precedenza da una bambina di 10 anni. Queste condizioni di utilizzo, tra l’altro, sono anche molto recenti. L’ultimo aggiornamento delle policies risale – secondo il blog ufficiale di TikTok – al dicembre del 2020. Meno di un mese fa. Insomma, a prescindere da eventuali e cervellotiche ipotesi su sfide e challenge, la domanda da fare è un’altra. Pur essendo consapevoli che utilizzare una data di nascita fasulla per iscriversi su TikTok (e su qualunque altra piattaforma) è molto semplice, così come impiegare un indirizzo mail realizzato ad hoc, è possibile che il social network non riesca a limitare comportamenti vietati (come l’iscrizione dei minori al di sotto dei 13 anni) dalle sue stesse condizioni di utilizzo?

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