Cosa succederà a TikTok ora che Biden è Presidente degli Stati Uniti
Trump passa il testimone a Biden e ora sta al neopresidente occuparsi della questione TikTok in Usa
20/01/2021 di Ilaria Roncone
Il futuro di TikTok in Usa rimane sospeso nel passaggio tra la presidenza Trump e la presidenza Biden. La neverending story tra Trump e TikTok è cominciata lo scorso agosto, con l’ex presidente Usa che ha bloccato il social cinese definendolo «fonte di preoccupazione per la sicurezza nazionale». Salvo poi, ovviamente, sfruttare la popolarità che quella stessa piattaforma gli ha donato. Cosa lascia sul tavolo Trump in merito a TikTok è chiaro: il social ha fatto causa a Trump che, dal canto suo, ha visto nella battaglia legale la possibilità di renderlo più “americano”.
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Biden TikTok: la posizione del nuovo presidente Usa non è chiara
Con l’amministrazione Biden che subentra da oggi, il testimone di un’azione già avviata passa nelle mani di qualcuno le cui posizioni in merito non sono chiare. Il futuro della piattaforma in Usa rimane quindi incerto, considerato che la trattativa per l’acquisizione americana è ferma. Dopo gli attacchi incessanti di Trump negli ultimi mesi TikTok potrà sicuramente tirare un sospiro di sollievo, anche considerato che – in virtù degli avvenimenti di Capitol Hill – alla fine è stato TikTok a cacciare Trump oscurando contenuti in merito alle elezioni rubate e non viceversa,
TikTok bandito ai collaboratori per problemi di sicurezza
Cosa pensa Joe Biden del social cinese? Non è dato saperlo. La posizione del nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America non è assolutamente chiara rispetto a questo tema caldo. Abbiamo osservato che, nel corso della campagna elettorale, il marito di Jill Biden ha proibito al suo staff e ai collaboratori di utilizzarlo proprio per quei dubbi sulla sicurezza sollevati durante l’amministrazione Trump. Per ora il New York Times ha ipotizzato che le trattative per americanizzare TikTok andranno avanti e sarà allora che capiremo la posizione di Joe in merito alla Cina e ai social stranieri – o, più in generale, rispetto alle aziende di tech oltreoceano -.