La bufala del film di Guadagnino che «non è abbastanza italiano»
24/01/2018 di Gianmichele Laino
Ieri, per Luca Guadagnino è stato senz’altro il giorno della rivincita. Le quattro nomination agli Oscar per il suo film Call me by your name (Chiamami col tuo nome) sono state salutate da tutti come un grande motivo d’orgoglio per il cinema italiano. Alle candidature per la statuetta come miglior canzone originale (Sufjan Stevens – Mistery of love), migliore sceneggiatura non originale e miglior attore si è aggiunta anche quella come miglior film. Una cosa che, alle pellicole di casa nostra, non capitava dai tempi de La vita è bella.
GUADAGNINO, LA POLEMICA SULL’ITALIANITÀ DEL FILM
Eppure, sui social network, dopo gli annunci trionfali, è stato tutto un rincorrersi di polemiche. Secondo molti utenti del web, il film di Guadagnino «non sarebbe abbastanza italiano», non rappresenterebbe un successo del nostro cinema, non potrebbe essere paragonato alle pellicole di Roberto Benigni e Paolo Sorrentino. In gran parte, queste lamentele sono dettate dal fatto che lo stesso Luca Guadagnino ha avuto, in passato, un rapporto piuttosto controverso con l’Italia. Meno apprezzato in patria che all’estero, si dice. Una interpretazione che può essere condivisibile, ma che nulla ha a che fare con il film candidato agli Oscar.
GUADAGNINO, LE PAROLE DEL MINISTERO DEI BENI CULTURALI
In Call me by your name, a dispetto del titolo originale, scorre tanto sangue italiano. E scorrono – se proprio vogliamo essere brutali – anche tanti soldi italiani. Lo ha ricordato il direttore generale del ministero per i Beni Culturali Salvo Nastasi, che ha definito «bufala clamorosa» l’interpretazione di alcuni commentatori del web circa la non italianità del film di Guadagnino. In un’intervista al quotidiano La Repubblica, infatti, Nastasi ha ricordato: «Il film ha avuto contributi pubblici da parte dell’Italia: 480mila euro di credito d’imposta, 250mila di contributo selettivo, 560mila di tax credit esterno. Dei 3 milioni e 200mila euro di costo italiano, due milioni sono arrivati dallo Stato».
Nastasi ha poi spiegato che il film è una coproduzione con la Francia, ma che per l’80% è italiano. Del resto, basta scorrere la scheda tecnica della pellicola per capirlo. Tra le compagnie di produzione, oltre al ministero dei Beni e delle Attività Culturali, figurano la Lombardia Film Commission e la casa di produzione italiana Frenesy Film Company.
GUADAGNINO: PRODUZIONE, LOCATION E MAESTRANZE ITALIANE
Inoltre, tutte le location del film – girato interamente in Lombardia – sono italiane (nella pellicola si ammirano gli scorci di Crema, Bergamo, Sirmione, Moscazzano, Pandino, Montodine, del Parco Regionale del Serio, di Valbondione, Capralba, Corte Palasio, Ricengo, Campagnola Cremasca e Pizzighettone). Per non parlare delle maestranze: oltre alla regia di Luca Guadagnino, ci sono tantissimi italiani tra gli attori, gli operatori, gli addetti agli effetti speciali, i costumisti.
Sembrano quindi totalmente infondati i commenti sui social network che stanno circolando in queste ore. Guadagnino, forse, ha avuto meno di quanto avrebbe meritato dal nostro Paese, ma la polemica su Call me by your name è piuttosto sterile. L’Italia potrà legittimamente rivendicare la sua presenza durante la notte degli Oscar. E potrà proiettare questo suo amor patrio anche al botteghino, andando a vedere al cinema questo capolavoro del made in Italy.
(FOTO: ANSA/ ETTORE FERRARI)