Gregorio De Falco elogia la capitana Carola: «Alta dignità morale»
27/06/2019 di Gianmichele Laino
L’ultimo giudizio su un capitano – se si eccettuano quelli meramente politici su Matteo Salvini, denominato dai suoi followers proprio con questo soprannome – l’aveva espresso su Schettino nella tragica serata del 2012, quella del naufragio della Costa Concordia all’Isola del Giglio. Ora, Gregorio De Falco parla di un altro capitano, anzi, di una capitana – Carola Rackete – in toni entusiastici.
Gregorio De Falco esprime un giudizio su Carola Rackete
La 31enne tedesca che ieri ha forzato il blocco navale imposto dall’Italia per portare a riva i 42 migranti della nave Sea Watch 3, infatti, è stata al centro di molte critiche da parte del governo – in primis proprio quella di Matteo Salvini che ieri l’aveva definita ‘sbruffoncella’ pagata da chissà chi che gioca sulla pelle dei migranti – e delle manifestazioni di consenso più ampio da parte del popolo delle persone che hanno mantenuto ancora un briciolo di umanità.
Gregorio De Falco, ex senatore del Movimento 5 Stelle (uscito dal gruppo in dissenso con la leadership) fa parte di questa schiera. Da dirigente della Capitaneria di porto (ruolo che ricopriva a Livorno ai tempi della tragedia del Giglio), esprime il suo giudizio sulla comandante Carola Rackete. Da uomo di mare a donna di mare. E, nelle sue parole, traspare come la 31enne tedesca possa essere definita in qualche modo l’anti-Schettino.
De Falco dipinge Carola Rackete come l’anti-Schettino
«Il Comandante Carola Rackete è persona di alta dignità morale – ha scritto Gregorio De Falco -, dimostra una considerevole forza e coerenza rispetto alle responsabilità del proprio ruolo di Comando. Altri scappano dalle responsabilità, lei invece le assume su di sé, coraggiosamente!». Impossibile non fare il paragone con quello Schettino che stava abbandonando la nave nel suo momento di massima difficoltà e che ascoltò le dure parole di De Falco che gli intimava: «Salga a bordo, cazzo!» – in una frase che ormai è entrata nell’immaginario collettivo di tutti noi.
«Il Comandante della Sea Watch – ha scritto in un lungo post su Facebook – ha la responsabilità di tutelare la nave e le persone che vi sono a bordo. È lei l’autorità che deve valutare le reali condizioni, sia poiché possiede tutti gli elementi di valutazione necessari, sia perché ha il dovere di prendere provvedimenti in relazione a quel fine di tutela».