Gran Bretagna sul piede di guerra con Meta: «Il rebranding non funziona», servono fatti

La Gran Bretagna continua a incalzare Meta mentre lavora al disegno di legge che multerà e punirà a livello penale i dirigenti delle piattaforme che non gestiscono i contenuti problematici

05/11/2021 di Ilaria Roncone

Nadine Dorries – ministra britannica per il digitale, la cultura, i media e lo sport – ha affermato che il rebranding di Meta non funziona e che il paese proseguirà con la linea dura nei confronti delle big tech. Le sanzioni penali per tutte le piattaforma che, sulla base delle nuove leggi, non trattano la questione contenuti dannosi sul web nel modo appropriato verranno applicate.

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Il Regno Unito sottolinea che il rebranding di Meta non distoglie l’attenzione dai problemi

CNBC ha provato a contattare Meta per avere un commento rispetto alle dichiarazioni del ministro Uk, però ha sottolineato che lo scopo non è distogliere l’attenzione dai tanti problemi emersi tramite le testimonianze dei whistleblower – come tanti hanno sostenuto dopo l’annuncio del cambio nome – ma costruire il metaverso.

Tra le rivelazioni di maggior peso fatte ci sono senz’altro quelle che coinvolgono i giovani e gli effetti nocivi di Instagram sugli adolescenti e quelle relative al fatto che Facebook fa soldi sfruttando odio e polarizzazione, che da anni verrebbero favorite sulla piattaforma avendo conseguenze anche nel mondo reale. Una decina di giorni fa la whistleblower Frances Haugen ha riferito di fronte al Parlamento del Regno Unito parlando di una «piccola finestra di tempo» data ai regolatori per agire sulla diffusione dell’odio e dei contenuti dannosi su Facebook.

Da tre a sei mesi per rimuovere i contenuti in Uk

La legislazione nel Regno Unito si sta facendo sempre più aspra e Dorries ha comunicato l’intenzione di diminuire ancor più di quanto già previsto il lasso di tempo per finire nel penale: «Non saranno due anni, sto guardando da tre a sei mesi per la responsabilità penale». Le nuove regole imporrebbero una muta fino al 10% delle entrate annuali globali o, in alternativa, pari a 18 milioni di sterline come importo più alto.

Per quanto riguarda le sanzioni penali, l’oggetto saranno i dirigenti delle aziende di social media che potrebbero affrontare azioni penali qualora la rimozione dei contenuto non fosse compita con successo. Il disegno di legge che descrive questi provvedimenti è attualmente in esame presso un comitato di politici che è stato esortato dal governo a terminare il lavoro il prima possibile.

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