Google ora si affida agli sviluppatori per fornire informazioni sulla raccolta dati delle App

Non visualizzerà più un elenco verificato di autorizzazioni raccolte automaticamente da ciascuna app, ma darà agli sviluppatori il pieno controllo

18/07/2022 di Clarissa Cancelli

All’inizio di quest’anno, Google Play Store ha lanciato una nuova sezione sulla privacy dei dati che si affida completamente agli sviluppatori per divulgare le informazioni raccolte dalle loro app. In essa, gli sviluppatori di app sono tenuti a spiegare quali dati personali e quali autorizzazioni utilizzano per fornire i propri servizi. Dunque, Google non visualizzerà più un elenco verificato di autorizzazioni raccolte automaticamente da ciascuna app, ma darà agli sviluppatori il pieno controllo su ciò che scelgono (o non scelgono) di divulgare agli utenti. A riportare la notizia è  The Verge.

LEGGI ANCHE > Il Garante: «Utilizzare Google Analytics senza garanzie sulla protezione dei dati è violazione»

Google si affiderà agli sviluppatori per sapere che dati raccoglie un’app

Il sistema di Google si baserà, dunque, su quanto fornito dagli sviluppatori, che avranno tempo fino al 20 luglio per compilare l’apposito modulo sulla privacy dei dati delle loro app, inserendo «dichiarazioni complete e accurate». Google Play esamina «le app in base a tutti i requisiti delle norme; tuttavia non possiamo prendere decisioni per conto degli sviluppatori su come gestiscono i dati degli utenti», spiega Google. L’azienda interverrà solo nel momento in cui troverà discrepanze tra le informazioni riportate dagli sviluppatori e l’app stessa. Secondo quanto affermato dall’editor senior di Esper Mishaal Rahman, la piattaforma avrebbe già apportato delle modifiche, nascondendo dal Play Store la lista di permessi (generata automaticamente) che l’app richiede per funzionare. In un thread su Twitter, Rahman mostra alcune schermate che confrontano un elenco di app con la vecchia sezione “Autorizzazioni” e un altro che ha solo “Sicurezza dei dati”.

Rahman afferma che Google crea comunque la lista automatica di permessi richiesti dalle app, ma non le mostra sul Play Store, suggerendo di scaricare l’alternativa open source al Play Store, chiamata Aurora, che mostra ancora le autorizzazioni prima di scaricare un’app.

 

 

Share this article
TAGS