C’è un vasto movimento di consumatori europei contro Google per la sua raccolta dati

L'organizzazione europea dei consumatori BEUC ha fatto presente che esiste un numero molto alto di ricorsi agli organismi di vigilanza della privacy

30/06/2022 di Redazione

La raccolta dei dati da parte di Google è al centro di diverse iniziative legali intraprese da gruppi di consumatori in diversi Paesi dell’Unione Europea. È quello che comunica BEUC, l’organizzazione europea dei consumatori, che ha messo in rilievo come un vasto gruppo di cittadini francesi abbia preso in carico delle iniziative legali nei confronti del colosso di Mountain View per il suo modo di trattare i dati personali. La stessa cosa, tuttavia, dovrebbe essere approntata anche da cittadini di altri Paesi dell’Unione come Grecia, Repubblica Ceca, Norvegia e Slovenia. 

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Dati di Google, i consumatori europei sul piede di guerra

Tuttavia, ci sono delle azioni in piedi anche in Germania, Paesi Bassi, Danimarca e Svezia. Insomma, il movimento di insoddisfazione rispetto a come vengono trattati da Google i dati personali dei cittadini sta attraversando diversi Paesi europei. La base del ragionamento fatto dai consumatori è rappresentata dal modo con cui il colosso dei motori di ricerca offre agli utenti le informazioni relative alla raccolta dei dati personali: «Il linguaggio utilizzato da Google in ogni fase del processo di registrazione – scrivono da BEUC – non è chiaro, è incompleto e fuorviante. Ciò impedisce al consumatore di prendere una decisione informata quando effettua le proprie scelte e si traduce in un trattamento ingiusto, non trasparente e illegale dei propri dati personali».

Google, come al solito, respinge al mittente le accuse dei consumatori, sostenendo invece che gli utenti possono sempre avere a disposizione diverse scelte per il trattamento dei loro dati personali. Uno sforzo che Google dice di aver fatto sempre con la supervisione delle autorità per la protezione dei dati personali. Se dovessero essere riconosciute delle ipotetiche violazioni di dati personali da parte dell’azienda, questa rischierebbe sanzioni fino al 2% del suo fatturato globale.

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