Google Bard ha preferito evitare l’Unione Europea

L'intelligenza artificiale sviluppata dall'azienda di Mountain View non funziona, almeno per il momento, nel Vecchio Continente

12/05/2023 di Enzo Boldi

Il grande giorno di Google Bard è arrivato (con tanto di altre due lingue, oltre l’inglese), ma non per i Paesi dell’Unione Europea. L’annuncio è stato dato nel corso dell’evento – I/O 2023 – che si è tenuto mercoledì a Mountain View, con l’intelligenza artificiale sviluppata dalla azienda Big Tech che è pronta – a tutti gli effetti – a fare concorrenza a ChatGPT. Come detto, però, per il momento non è utilizzabile nel Vecchio Continente, per motivi che – viste le ultime evidenze emerse nel corso di dibattiti paralleli sul mondo dei chatbot e sull’AI – sembrano essere palesi. E, sullo sfondo, c’è anche l’AI Act che ieri ha ricevuto l’ok da parte della Commissione per il Mercato interno e la protezione dei consumatori (Imco) e quella per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe).

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Provando ad accedere alla piattaforma chatbot basata sull’Intelligenza Artificiale conversazionale, appare una scritta che conferma l’impossibilità di accedere a Google Bard dall’Italia.

Nessuna possibilità di accesso e/o di iscrizione alla “lista di attesa”. Lo stesso messaggio «Bard non è al momento supportato nel tuo Paese», appare collegandosi anche da altri Paesi dell’Unione Europea.

Google Bard sta evitando (per ora) l’Unione Europea

Come detto, il motivo appare piuttosto evidente. Visto il precedente di ChatGPT in Italia – con il braccio di ferro con l’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali che aveva sospeso il trattamento dei dati da parte di OpenAI, causando il blocco del servizio nel nostro Paese e il ritorno alla fine di aprile, dopo aver adeguato le proprie policies alle richieste fatte dal Garante Privacy -, Google sembra voler approcciarsi al mercato europeo con pazienza, proprio per evitare di ripetere di incappare in blocchi e sanzioni per violazione del GDPR (il Regolamento Europeo sulla protezione dei dati personali). O, come nel caso ChatGPT, l’intervento di una o più autorità garanti.

L’elenco dei Paesi dove è attualmente disponibile

Il motivo dell’assenza, momentanea, di Google Bard in Italia (e in Europa) è scritto tra le righe dell’elenco dei Paesi in cui questo chatbot è ora disponibile (in tre lingue, aggiungendo giapponese e coerano all’inglese americano):

«Bard è attualmente disponibile in 3 lingue e in oltre 180 Paesi e territori. Ci espanderemo gradualmente in più Paesi e territori in modo coerente con le normative locali e i nostri principi di intelligenza artificiale». 

Si parla, dunque, di coerenza rispetto alle normative locali. Dunque, si pensa a un’intelligenza artificiale in linea con il GDPR europeo, mentre sembra che non ci siano problemi con i regolamenti sul trattamento dei dati personali negli altri 180 Paesi in cui ora il chatbot Bard è disponibile:

«Isole Aland, Algeria, Samoa americane, Angola, Anguilla, Antigua e Barbuda, Argentina, Armenia, Aruba, Australia, Azerbaigian, Bahrein, Bangladesh, Barbados, Belize, Benin, Bermude, Bhutan, Bolivia, Botswana, Isola Bouvet, Territorio britannico dell’Oceano Indiano, Isole Vergini Britanniche, Brunei, Burkina Faso, Burundi, Capo Verde, Cambogia, Camerun, Caraibi, Paesi Bassi, Isole Cayman, Repubblica Centrafricana, Chad, Cile, Isola di Natale, Isole Cocos (Keeling), Colombia, Comore, Isole Cook, Costa Rica, Costa d’Avorio, Curacao, Repubblica Democratica del Congo, Gibuti, Dominica, Repubblica Dominicana, Ecuador, Egitto, El Salvador, Guinea Equatoriale, Eritrea, Eswatini, Etiopia, Isole Falkland (Isole Malvine), Isole Faroe, Figi, Gabon, Georgia, Ghana, Gibilterra, Granada, Guam, Guatemala, Guernsey, Guinea, Guinea Bissau, Guyana, Haiti, Isole Heard e McDonald, Honduras, India, Indonesia, Iraq, Isola di Man, Israele, Giamaica, Giappone, Jersey, Giordania, Kazakistan, Kenya, Kiribati, Kuwait, Kirghizistan, Laos, Libano, Lesoto, Liberia, Libia, Madagascar, Malawi, Malaysia, Maldive, Mali, Isole Marshall, Mauritania, Mauritius, Messico, Micronesia, Mongolia, Montserrat, Marocco, Mozambico, Namibia, Nauru, Nepal, Nuova Caledonia, Nuova Zelanda, Nicaragua, Niger, Nigeria, Niue, Isola Norfolk, Isole Marianne settentrionali, Oman, Pakistan, Palau, Palestina, Panama, Papua Nuova Guinea, Paraguay, Perù, Filippine, Isole Pitcairn, Porto Rico, Qatar, Repubblica del Congo, Ruanda, San Bartolomeo, Sant’Elena Ascensione e Tristan da Cunha, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, San Pietro e Miquelon, Saint Vincent e Grenadine, Samoa, Sao Tomè e Principe, Arabia Saudita, Senegal, Seychelles, Sierra Leone, Singapore, Isole Salomone, Somalia, Sudafrica, Georgia del Sud e Isole Sandwich, Corea del Sud, Sudan del Sud, Sri Lanka, Sudan, Suriname, Svalbard e Jan Mayen, Taiwan, Tagikistan, Tanzania, Tailandia, Le Bahamas, Gambia, Timor, Togo, Tokelau, Tonga, Trinidad e Tobago, Tunisia, Turchia, Turkmenistan, Isole Turks e Caicos, Tuvalù, Isole Vergini americane, Uganda, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Stati Uniti, Isole minori esterne degli Stati Uniti, Uruguay, Uzbekistan, Vanuatu, Venezuela, Vietnam, Wallis e Futuna, Sahara occidentale, Yemen, Zambia, Zimbabwe».

In questo elenco – si parla impropriamente di “Paesi”, visto che si fa riferimento anche a territori – ed emergono alcuni dettagli: mancano gli Stati Europei, così come la Cina (che ha dato vita al suo chatbot Ernie Bot) e la Russia (dove non è mai stato abilitato neanche ChatGPT). Il motivo di questo temporeggiare, per quel che riguarda l’UE, è il voler verificare le condizioni di pertinenza dell’intelligenza artificiale sviluppata da Google con le attuali normative europee che il Parlamento europeo sta per approvare.

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