Quali dati sono raccolti da Bard e come vengono utilizzati

Come vengono raccolti i dati di chi utilizza Bard? Abbiamo fatto un giro tra le FAQ dello strumento per avere risposte più precise in merito al trattamento delle informazioni degli utenti

24/03/2023 di Ilaria Roncone

Bard, la nuova chatbot di Google, sta facendo discutere. Nei giorni del suo rilascio – per ora avvenuto solo negli Stati Uniti e nel Regno Unito – lo strumento che si basa sulla tecnologia LaMDA (il cui scopo è quello di far sì che risponda a domande complicate e aperte del tipo “dammi idee su come far conoscere a mia figlia la pesca a mosca”). Quali siano le basi del suo funzionamento, come interrogarlo, cosa sia o non sia in grado di fare e come gestisca i dati che raccoglie – almeno in parte – sono concetti che vengono spiegati nel FAQ del prodotto informatico targato Google. Considerata la centralità del trattamento dati che – mano a mano – sta diventando una tematica di cui chiedere conto a tutte le Big Tech, come funziona il trattamento dati Bard?

LEGGI ANCHE >>> La mail con cui l’AD di Google ha annunciato i possibili problemi di Bard

Il trattamento dati Bard secondo Google

Nel FAQ compare la specifica domanda: “Quali dati vengono raccolti? Come vengono utilizzati?”. Interagendo con Bard viene specificato che «Google raccoglie le vostre conversazioni, la vostra posizione generale in base al vostro indirizzo IP, il vostro feedback e le informazioni sull’utilizzo». Le ragioni? Si tratta di dati che aiuterebbero Google a «fornire, migliorare e sviluppare i prodotti, i servizi e le tecnologie di apprendimento automatico di Google» così come disposto anche nell’informativa privacy dell’azienda.

Google fa qualche esempio rispetto all’utilizzo dei feedback «per aumentare l’efficacia delle politiche di sicurezza della Bard e per ridurre al minimo alcune delle sfide inerenti ai modelli linguistici di grandi dimensioni». Tra le altre cose, Bard è a conoscenza delle interazioni passate dell’utente con Google e tiene conto anche della posizione generale quando fornisce le sue risposte.

«Google ha un processo di revisione standardizzato e rigoroso per migliorare Bard, che include l’esame delle conversazioni segnalate come di bassa qualità. Questo ci aiuta a identificare i tipi comuni di risposte problematiche e a capire come migliorare Bard», conclude il FAQ dedicato al trattamento dati. Per quanto riguarda ulteriori informazioni sulla gestione dei dati, Google rimanda ai Principi sulla privacy e sulla sicurezza.

Chi può leggere le conversazioni su Bard?

Questa è senz’altro un’altra di quelle domande che gli utenti si pongono quando affidano le loro conversazioni private a piattaforme delle aziende Big Tech. «Prendiamo sul serio la vostra privacy e non vendiamo le vostre informazioni personali a nessuno», esordisce Google nel FAQ su Bard dedicato.

La privacy sembra essere in cima alla lista delle priorità di Google, quindi, e per migliorare Bard sfruttando le conversazioni ma rispettando la privacy la scelta è la seguente: «Selezioniamo un sottoinsieme di conversazioni e utilizziamo strumenti automatici per rimuovere le informazioni di identificazione personale». Le conversazioni selezionate «possono essere esaminate da revisori qualificati e conservate per un massimo di tre anni, separatamente dal vostro account Google».

Tutto considerato, quindi, anche nell’utilizzo delle conversazioni per migliorare il funzionamento di Bard dovrebbe esserci la garanzia di privacy, conservandole in modo che non siano abbinate all’account Google dell’utente che ha contribuito a generarle interagendo con la chatbot.

Share this article
TAGS