Tutta la differenza che c’è tra ChatGPT e Bard

I due strumenti di Open AI e di Google partono dalla stessa esigenza di fondo, ma raggiungono due risultati diversi

24/03/2023 di Redazione Giornalettismo

L’intelligenza artificiale non è tutta uguale. Questo è un assodato che abbiamo già verificato in passato e che si può riproporre a maggior ragione se andiamo ad analizzare le differenze tra ChatGPT e Bard, due strumenti che si ripromettono, in qualche modo, di rivoluzionare il principio della generazione dei contenuti, ma anche del funzionamento dei motori di ricerca (in maniera, ovviamente, diversa a seconda delle aziende che stanno dietro ai due progetti). Abbiamo provato a elencare queste differenze.

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Differenze tra ChatGPT e Bard, l’elenco

Innanzitutto, si parte dalla base. Bard ha sicuramente un bacino da cui apprendere molto più ampio di ChatGPT. E – sostanzialmente – anche più aggiornato. Come indicato all’inizio del progetto, infatti, Open AI aveva dichiarato che le informazioni da cui poteva attingere la sua intelligenza artificiale si sarebbero fermate – per ora – al 2021. Invece, Bard può dar conto anche di testi (e quindi di fatti) che si sono prodotti anche recentemente. C’è un altro aspetto che rende interessante Bard rispetto a ChatGPT. Essendo il prodotto di Google – che ha il suo core business nel motore di ricerca in sé -, l’AI di Mountain View si collega direttamente con i record di ricerca tradizionali: insomma, Bard genera il testo a partire da una richiesta, ma permette all’utente anche di confrontarlo con il motore di ricerca. Non cerca, come invece avviene per ChatGPT su Bing di Microsoft, di offrire una soluzione integrata che punta a sostituire completamente il concetto di motore di ricerca.

Tuttavia, i vantaggi del primo elemento rispetto a ChatGPT sembrano finire qui. A meno che non si guardi la questione da un punto di vista più etico. Bard, infatti, offre testi che presentano uno stile e una definizione molto più meccanica, fredda e impersonale. Chi lo ha utilizzato concorda nel dire che i testi generati dall’intelligenza artificiale di Google sembrano, effettivamente, scritti da una macchina. Cosa che, invece, non succede con ChatGPT che – al contrario – riesce addirittura a imitare uno stile di scrittura esterno. E a presentarci un testo come se fosse stato scritto da un essere umano, in cui si intravedono addirittura alcuni elementi emozionali. ChatGPT può scrivere delle poesie che potrebbero trovare spazio in un’antologia, Bard – invece – produrrebbe testi di livello estremamente più basico da questo punto di vista.

Inoltre, ChatGPT – che si presenta già in una versione piuttosto avanzata e che è già pronto per il mercato – riceve input in più lingue. Al momento, Bard sembra funzionare solo per la lingua inglese. Il principio sembra essere molto chiaro, come ha ricordato ai nostri microfoni anche Vincenzo Cosenza: Google non sta rischiando più di tanto con il suo progetto di AI generativa. Gli interessi economici in ballo sono troppi per potersi permettere un fallimento. O una rincorsa ai competitors.

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