Giusy Vena dimostra che l’arte può essere spiegata anche su TikTok

Il suo progetto Less is Art ha quasi 20mila followers sul social network

10/08/2021 di Gianmichele Laino

C’è il concetto di bellezza, che sta sempre alla base di tutto. Poi, c’è il modo per spiegarla – in maniera semplice – a tutti gli altri, in mezzo a un mondo che, purtroppo, alla bellezza riserva sempre meno spazio. Giusy Vena, laurenda in Storia dell’Arte, ha 27 anni e un obiettivo ben preciso: quello di divulgare l’arte contemporanea su TikTok, attraverso il suo progetto Less is Art. Quasi 20mila followers e la voglia di far capire a tutti che di un’opera di Lucio Fontana può essere spiegata anche sfruttando il canale dei video, delle challenge e della musica d’intrattenimento.

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Giusy Vena spiega il suo modo di divulgare l’arte su TikTok

«L’arte è accessibile a tutti, se parliamo di ingresso nei musei o nelle gallerie. Certo, io sarei sempre per l’estensione dei biglietti gratuiti – ci dice -. Ma è un discorso troppo ampio. L’acquisto di opere d’arte, invece, è ancora una cosa fuori dalla portata, soprattutto dei più giovani. Si può comunque amare l’arte senza per forza avere delle opere originali nel proprio soggiorno». Il principio è proprio questo: l’amore per l’arte. Dovrebbe bastare questo a farci avvicinare a un patrimonio che, soprattutto in Italia, è ricchissimo e vario. Dovrebbe essere un tratto identitario, alla portata dei più giovani. Invece, spesso, si nasconde dietro la barriera e il muro di parole dei libri di storia dell’arte o delle lezioni a scuola.

Giusy Vena con il suo Less is Art cerca di abbattere questi luoghi comuni e di individuare una terza dimensione per la divulgazione dell’arte contemporanea, quella dei video sui social network. È facile aggiungere suggestioni per rendere accattivanti gli argomenti affrontati. Imitare L’Urlo di Munch, ad esempio, o descrivere il proprio primo bacio con la famosa opera d’arte di Klimt: un modo per viaggiare tra le correnti artistiche e condividere l’esperienza con un pubblico ampio.

«Se non avessi studiato arte – ci dice, del resto – non so cosa avrei fatto. E al momento non mi vedo in nessun altro luogo che non sia in mezzo all’arte». Ci sono i libri, nell’immediato futuro di Giusy Vena, poi ci sono i paesaggi, quelli veri – ripresi dal suo smartphone – o quelli raffigurati nelle tele conservate nei musei. Poi c’è lei che, sfruttando i social network, cerca di farli arrivare anche a chi di arte è spesso a digiuno.

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