Crisi di Governo, la mattinata difficile di Conte: l’incontro con Mattarella e il vertice con le delegazioni Pd-M5s

31/08/2019 di Redazione

Dopo una seconda giornata di consultazioni piuttosto movimentata, il premier Giuseppe Conte ha dato il via a una terza giornata di colloqui altrettanto “spinosa”.  Nonostante i piani prevedessero la continuazione delle trattative con i partiti, Conte si è diretto al Quirinale poco dopo le 11 del mattino per un colloquio con il presidente della Repubblica che si è concluso per mezzogiorno.  Non è dato sapere cosa si siano detti Mattarella e il premier incaricato, ma è facile supporre che il tema riguardi lo stop subito dalle consultazioni dopo le esternazioni di ieri di Luigi di Maio, che in conferenza stampa ha paventato il ritorno alle urne nel caso in cui il Pd non accettasse di trasformare i punti presentati dal Movimento in programma d Governo

La paura di un passo indietro di Conte dopo l’ultimatum di Di Maio al Pd

L’incontro ha creato nuovi timori per il proseguimento del lavoro che Conte sta portando faticosamente avanti con i partiti, primi fra tutti Pd e M5s. Fonti parlamentari hanno ipotizzato  addirittura un suo passo indietro. Stando a quanto si apprende tuttavia, ieri, Conte ha ribadito durante i colloqui alla Camera di voler fare da sintesi tra i partiti. A chi lo ha incontrato, il presidente del Consiglio è apparso stanco ma determinato ad andare avanti.

Il Presidente della Repubblica e Conte hanno ovviamente un canale di comunicazione aperto e si vedono e parlano spesso, viene fatto notare ancora. Di conseguenza incontri e colloqui fanno parte del normale lavoro di approfondimento che si porta avanti in questi casi. Se ci fosse una rinuncia dovrebbe passare da un atto formale, viene rilevato ancora: Conte dovrebbe salire ufficialmente al Colle.

L’incontro di Conte con le delegazioni di Pd e Movimento 5 stelle

Nel frattempo, dopo l’incontro a sorpresa con Mattarella, il premier incaricato è rientrato a Palazzo Chigi per dare inizio ai colloqui con le delegazioni di Pd e M5s in vista di un ipotetico governo giallo-rosso. L’incontro era inizialmente previsto per le 9.30 di questa mattina ma è stato fatto slittare probabilmente per permettere l’ “incursione” di Conte al Quirinale. Nell’attesa del termine dell’incontro sono ancora molti gli esponenti dei rispettivi partiti che hanno voluto commentare la giornata politica di ieri e le eventuali ripercussioni sulla trattativa.

Da Gentiloni a Di Battista: la guerra a colpi di social di Pd e M5s

L’ex primo ministro Paolo Gentiloni, piuttosto scettico nei confronti di un accordo Pd-M5s, ha annullato la sua partecipazione alla festa dell’Unità a Milano prevista per questa sera e ha cinguettato: «Non pretendo uno sprint, ma un’accelerazione gioverebbe. Alle possibilità di risolvere la crisi e soprattutto alla dignità della politica. Aspettando Rousseau». Gentiloni si riferisce ovviamente al voto online che il Movimento 5 Stelle ha previsto sulla sua piattaforma per testare l’umore della base circa formazione del nuovo governo.

Dalla parte opposta della barricata, Alessandro Di Battista prende le difese di Luigi di Maio dopo le sue esternazioni alla conferenza stampa di ieri, che hanno messo in bilico la trattativa tra i partiti. L’amico-nemico Di Battista conferma il suo endorsement al capo politico del Movimento tornando a negare – come molti nel M5s – che quello di Di Maio sia stato un ultimatum al Pd. «È davvero paradossale il fatto che quelli del PD considerino “ultimatum” idee e soluzioni sacrosante per il benessere collettivo – ha scritto sulla sua pagina Facebook – Luifi Di Maio ha parlato come avrei parlato io e migliaia di attivisti. Ha parlato a nome di un Movimento che un anno e mezzo fa ha vinto le elezioni proprio perché ha proposto gli stessi temi di ieri».

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