La lettera dei genitori di Giulio Regeni al presidente Conte: «Si vada oltre i consueti proclami»

27/04/2019 di Enzo Boldi

Sono passati oltre tre anni dalla morte di Giulio Regeni, ma le indagini sulla sua uccisione in Egitto sono ancora ferme al punto di partenza. Nel corso di questi 38 mesi si sono alternate moltissime ipotesi: dalle bande criminali locali, al coinvolgimento dei servizi segreti egiziani. Il tutto, però, non ha portato ancora a nulla, con l’Italia quasi costretta a fare da spettatrice al lento lavoro delle autorità del Cairo. I genitori del giovane ricercatore triestino hanno scritto una lettera – pubblicata su La Repubblica – per sollecitare Giuseppe Conte prima del suo incontro con Al Sisi.

Partiamo dalla fine: «Presidente Conte, si ricordi di Giulio mentre stringerà la mano del Generale Al Sisi e pretenda, senza ulteriori dilazioni o distrazioni di sorta, la verità sulla sua uccisione. Sia, come ha promesso, il suo avvocato, lo sia di tutti i cittadini italiani che confidano nel rispetto dei diritti umani e nella loro intangibilità». Così si conclude la lettera dei genitori di Giulio Regeni indirizzata al premier prima del suo incontro con il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi a margine degli incontri del G7 in Cina.

La lettera dei genitori di Giulio Regeni a Giuseppe Conte

La richiesta è quella di pretendere la verità per un caso di omicidio torbido su cui l’Egitto sembra fare melina, nel disinteresse di fare veramente giustizia. «Giulio, come cittadino ha diritto ad essere difeso e a trovare giustizia, come non è stato difeso e non ha avuto giustizia da vivo – si legge ancora nella lettera -. Riteniamo necessario che l’inviolabilità dei diritti umani sia un messaggio centrale, fondamentale per la nostra nazione, nel rispetto dei principi democratici, per garantire un futuro migliore e per rispettare e meritare la fiducia dei nostri giovani».

«Sia più incisivo con Al Sisi»

E l’attesa lunga più di tre anni per la verità sull’uccisione di Giulio Regeni non può essere protratta ancora di più: «Le chiediamo di essere determinato ed incisivo con il Presidente egiziano, di andare oltre ai consueti proclami e promesse, di ricordargli che la procura romana ha già inserito cinque persone nel registro degli indagati, in base alle indagini effettuate superando gli enormi ostacoli posti da parte degli stessi egiziani; è giunto il momento di ricevere una risposta concreta, vera e definitiva».

(foto di copertina: ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)

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