I colleghi difendono Botteri: “Nel servizio sulla Cina, raffinato senso di ironia”

Il Tg2 ha trasmesso un servizio della corrispondente dalla Cina Giovanna Botteri circa l'introduzione nel paese dello studio del «pensiero», ma è polemica

28/08/2021 di Giorgia Giangrande

Un servizio della corrispondente dalla Cina Giovanna Botteri ha destato polemiche per i suoi riferimenti anacronistici che, spiega la Rai, avevano un «sottile velo di satira».

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Il servizio di Giovanna Botteri

Il servizio in questione è andato in onda nelle edizioni delle 13 e e delle 20:30 del 26 agosto e – come per tutti i servizi dalla Cina – è arrivato da Giovanna Botteri. Questa volta il focus è l’introduzione obbligatoria nelle scuole e nelle università della disciplina «storia del pensiero» da parte di Xi Jinping e la giornalista lo affronta narrando prima tre dei quattordici principi previsti dal testo: «Vivere in armonia tra natura e uomo rispettando l’ambiente. Coltivare sentimenti patriottici in termini di scambi e interazioni tecniche, guidando la religione ad adattarsi alla società socialista. Costruire una Cina moderna che porti prosperità non solo alle aree urbane, ma anche a quelle rurali, perché agricoltura e industria devono essere pilastri complementari della comune prosperità».

E poi, spiega: «Sono tre dei quattordici principi del pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi, il testo che ormai ha sostituito il libretto rosso e la rivoluzione culturale di Mao, per traghettare la Cina verso una nuova era con un nuovo grande timoniere». Queste ultime parole hanno indignato più di tutti l’onorevole di Italia Viva Michele Anzaldi, che ha alzato il polverone mediatico pubblicano il servizio sulla sua pagina.

Il polverone mediatico su Giovanna Botteri

Come riportato da Il Riformista, l’onorevole ha poi continuato su Facebook con altri posti inerenti all’argomento, criticando aspramente il servizio e attaccando il Comitato di redazione del Tg2 che, in merito alla vicenda, si è espresso discostandosi dalle accuse di Anzaldi: «Ci stupiscono le nuove accuse di agiografia e propaganda rivolte al Tg2 dall’on. Michele Anzaldi». E invitano l’onorevole a riascoltare il servizio con un’altra chiave, quella ironica. Scrivono in una nota: «Siamo certi che riascoltando il servizio l’on. Anzaldi possa afferrare il raffinato senso di ironia della collega che ha fatto, come sempre, il suo dovere di cornista: raccontare i fatti, senza appesantire la narrazione con giudizi espliciti o personali».

Il servizio è senza dubbio fraintendibile e cogliere l’ironia in un obbligo da parte di un regime autoritario quale è quello di Xi Jinping (che ricorda gli esordi di ben altri regimi) è veramente difficile. Però perché il consigliere di Italia Viva non ha giudicato o criticato il servizio in sé ma l’ha inserito in un contesto più ampio quale quello del servizio pubblico Rai, del canone e dei soldi degli italiani?

 

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