La Vigilanza: «Ma i giornalisti russi ospiti in Rai sono agenti di Mosca?»

Potrebbe chiedere una audizione congiunta con il Copasir

28/04/2022 di Redazione

Una spy story, o meglio una Rai story. La Commissione di Vigilanza – su cui abbiamo già detto esserci maretta per la questione dei gettoni di presenza agli opinionisti esterni nei talk show del servizio pubblico – sta pensando a una inedita audizione congiunta con il Copasir, il comitato per la sicurezza della Repubblica. L’obiettivo è quello di capire se i giornalisti russi che vengono invitati all’interno delle trasmissioni della Rai svolgano effettivamente il loro ruolo di informazione o non siano invece degli agenti di Mosca sotto copertura. Una ipotesi che sembra avere dell’incredibile, ma che pure pare si stia formulando in commissione di vigilanza Rai.

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Giornalisti russi in Rai, la domanda della commissione di Vigilanza: sono agenti?

A spingere per questa richiesta sarebbe il deputato del Partito Democratico Andrea Romano. La discussione e il confronto potrebbero già addirittura essere calendarizzati nei prossimi giorni, stando a quanto riportato dal quotidiano Repubblica. L’obiettivo, ancora una volta, sembra essere Cartabianca: il programma, nella serata di martedì, ha ospitato una giornalista di Zvezda TV, un media affiliato al ministero della Difesa russo, Nadana Fridrikhson. Quest’ultima, accusata da alcuni degli stessi ospiti della trasmissione di diffondere propaganda russa, aveva cercato di difendersi, dichiarandosi offesa da queste illazioni. Successivamente, il docente della Luiss Alessandro Orsini aveva dialogato con il resto del parterre sostenendo, in quella circostanza, che i principali quotidiani italiani e i principali quotidiani russi sono caratterizzati dallo stesso livello di propaganda.

Anche in altre trasmissioni esterne al servizio pubblico, negli ultimi giorni, stanno aumentando le ospitate di giornalisti russi: si pensi, ad esempio, a Rete4 che ha recentemente ospitato uno dei volti giornalistici più conosciuti in Russia, come Vladimir Soloviev. Ovviamente, questa, è stata una circostanza che avviene al di fuori del contesto del servizio pubblico, mentre il caso della Fridrikhson a Cartabianca è avvenuto nei perimetri di competenza della commissione di Vigilanza. Questa vicenda andrà seguita, anche perché – se si concretizzasse – rappresenterebbe un unicum nel rapporto tra la commissione parlamentare che si occupa dei media di Stato e quella che, invece, si preoccupa di monitorare il livello di sicurezza della Repubblica.

Delle due l’una: se i timori fossero confermati, allora ci troveremmo di fronte a un servizio pubblico messo a repentaglio da questo tipo di ospitate; se invece la questione non dovesse trovare seguito, sarebbe comunque preoccupante sollevare questo tema rispetto al servizio dell’informazione bipartisan che la presenza di queste figure vorrebbe in qualche modo tutelare.

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