La storia del giornalista Rai infiltrato e scoperto nelle file dei medici per fare il vaccino Covid in Campania
Ci sono due versioni diametralmente opposte della storia, quella della Asl della regione Campania e quella della Rai
15/01/2021 di Ilaria Roncone
Non è sicuramente la prima volta che la Campania ha qualcosa da ridire con i giornalisti, visto l’atteggiamento dimostrato da De Luca nei confronti della categoria negli scorsi mesi. I professionisti dell’informazione più di una volta, in merito all’emergenza Covid, hanno sottolineato che – da parte degli ospedali della regioni – non c’era disponibilità a rilasciare interviste in alcuni momenti critici della gestione per volere del governatore. Arriviamo a oggi e quello che sicuramente non manca nella storia del giornalista Rai infiltrato sono due parti forti delle proprie ragioni, seppure debba essere ancora accertata la veridicità dei fatti. Appare chiaro, con la richiesta di intervento all’Odg, che la situazione sia delicata.
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Giornalista Rai infiltrato dal programma Oggi è un altro giorno
La storia del giornalista Rai infiltrato dal programma Oggi è un altro giorno di Serena Bortone in onda su Rai 1 la si può ricostruire a suon di comunicati stampa e di dichiarazioni che affermano anche due versioni contrarie. La versione della Asl di Napoli, con il direttore infuriato, parla di un giornalista e due operatori che avrebbero – nella mattinata di ieri, 14 gennaio – «tentato di infiltrarsi tra i medici chiamati a vaccinarsi superando i controlli posti in essere alla Mostra d’Oltremare di Napoli fingendosi operatori sanitari aventi diritto al vaccino, ritirando il numero di ingresso e mettendosi in fila». Per l’Asl di Napoli «è lecito presumere che l’obiettivo di questa incursione con telecamere nascoste fosse quello di cogliere in fallo il sistema di sicurezza messo in piedi dall’Asl Napoli 1 Centro e gettare ancora una volta fango sul lavoro messo in campo per garantire la salute dei cittadini».
La versione della Rai
Il giornalista e i due operatori non hanno fatto altro che il proprio lavoro, secondo il comunicato Rai che risponde alla nota dell’Asl campana. Il servizio pubblico italiano, dal canto suo, in una nota di ieri ha parlato di «asserzioni assolutamente false e gravemente diffamanti nei confronti del lavoro svolto dalla troupe Rai e nei confronti dell’Azienda stessa» affermando di poterlo documentare «attraverso la corrispondenza tra l’ufficio Stampa del Direttore generale dell’Asl (con il quale veniva concordata un’intervista per la mattina del 14 gennaio presso la Mostra d’Oltremare di Napoli), ovviamente a disposizione». Secondo la versione Rai dei fatti «non risponde al vero che la squadra abbia ‘tentato di superare i controlli fingendosi operatore sanitario avente diritto al vaccino’, ma è entrata attraverso i tre varchi presentandosi quali giornalista e operatori del Servizio Pubblico e successivamente ha incontrato il Direttore generale come precedentemente concordato».
L’Odg Campania condanna la Rai
La regione Campania, sia attraverso l’Odg che attraverso il presidente del Comitato Regionale per le Comunicazioni della Campania, ha condannato la Rai. Nella nota dell’Odg sul fatto si legge: «Non è questo un esempio di buon giornalismo. Le inchieste-spettacolo danneggiano la nostra professione e in particolare quei colleghi che da mesi in strada raccontano correttamente l’evolversi della pandemia». Si potrebbe scrivere un libro sulle inchieste spettacolo sulla pandemia – e non solo – che danneggiano la professione di giornalista. Nel caso specifico occorrerà chiarire quale delle due versioni sia quella che corrisponde al reale.
(Immagine copertina da Unsplash)