Giorgetti parla di crisi atomica: «Non serve l’ombrello se la pioggia è radioattiva»

Solo qualche giorno fa aveva parlato delle sorti di questa maggioranza utilizzando la metafora della «grandine che arriverà a giugno e farà cadere i più deboli». Ora, dopo la conferenza stampa di Giuseppe Conte, Giancarlo Giorgetti ha rimodulato quel suo pensiero rendendolo ancora più fatalista e non beneaugurante per chi si aspettava un’alleanza duratura nel tempo tra Lega e Movimento 5 Stelle. Adesso quei chicchi di grandine sono retrocessi allo stato liquido di goccioloni di pioggia. Peccato che l’acqua che sembra piovere dal cielo è tutt’altro che salutare, perché arricchita di scorie nucleari.

«Se poi non cade grandine dal cielo, ma pioggia nucleare, radioattiva, hai voglia allora a farti ombrello – ha detto il sottosegretario leghista a Palazzo Chigi, secondo quanto riportato da La Repubblica -. Non basta, l’ombrello si scioglie». Un’altra metafora che accompagna la crisi all’interno della maggioranza, sottolineata anche dallo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante la sua conferenza stampa convocata nel tardo pomeriggio di lunedì. Il premier aveva annunciato la sua volontà di presentare le sue dimissioni qualora tra Lega e Movimento 5 Stelle proseguisse questo clima di guerra intestina. Un messaggio chiaro – forse per la prima volta dall’inizio del suo mandato – che, però, non sembra aver trovato terreno fertile.

L’ennesima metafora di Giorgetti per annunciare la crisi di governo

«Flat Tax sì, ma inserita in una più ampia riforma fiscale; Tav sì, ma non così; farsi valere in Europa sì, ma la procedura di infrazione ci farebbe male. Sì, ma anche, sì ma anche. Ecco, troppi ‘ma anche’, temo». Giorgetti ha sintetizzato così le parole di Conte in conferenza stampa, sottolineando un chiaro richiamo al vorrei ma non posso espresso dal Premier su tutti i temi divenuti fondamentali nella campagna elettorale perenne della Lega, dopo aver dovuto affrontare nella «fase 1» quelli del Movimento 5 Stelle.

La Lega presentalo stop al Codice degli appalti e litiga con Conte

E nel clima di crisi atomica entra anche la bufera per l’atteggiamento del Carroccio nei confronti del Codice degli appalti. Nella serata di lunedì, infatti, il viceministro all’Economia, Massimo Garavaglia, ha presentato sul tavolo di Palazzo Chigi l’emendamento del Carroccio per lo stop. Un ordine arrivato dall’alto, dal vertice del partito, e che non è stato apprezzato da Giuseppe Conte. La reazione dei leghisti è stata: «E allora tutti a casa, non si può andare avanti». Matteo Salvini ha lanciato la sua fronda contro il premier, non a livello personale, ma per trovare il pretesto affinché si palesasse una nuova frattura.

(foto di copertina: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)

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