Gianluca Buonanno e il tweet vergogna sulla Diaz: «Solidarietà alle forze dell’ordine»
07/04/2015 di Stefania Carboni
Gianluca Buonanno colpisce ancora. «Massima solidarietà alle forze dell’ordine. Io ero a Genova». Con queste parole l’eurodeputato leghista Gianluca Buonanno commenta su Twitter la sentenza della Corte europea che ha condannato l’Italia non solo per quanto fatto ad uno dei manifestanti del G8 nella scuola Diaz, ma anche perché non ha una legislazione adeguata a punire il reato di tortura.
Corte Europea condanna Italia per i fatti accaduti durante G8… MASSIMA SOLIDARIETÀ ALLE FORZE DELL’ORDINE !!! Io ero a Genova…
— Gianluca Buonanno (@BuonannoG) 7 Aprile 2015
Il tweet scatena polemiche e commenti:
Peccato che non le hai prese anche tu. @BuonannoG — Dead Rockstar (@RichiMasu) 7 Aprile 2015
@BuonannoG MA RIFLETTI PRIMA DI PARLARE? La conosci la vergogna? Dovresti!!
— STACEPPA (@marinaPUNTO) 7 Aprile 2015
@BuonannoG ma un giorno, uno solo, senza scrivere ste cialtronate non ce la fai proprio veh?!?
— Rui Pete (@RuiPete) 7 Aprile 2015
BUONANNO E IL REATO DI TORTURA CHE NON ESISTE – L’eurodeputato è solidale con chi, secondo Strasburgo, era tra i 125 poliziotti autori di quello che fu definito dallo stesso vicequestore Michelangelo Fournier “un pestaggio da macelleria messicana”. I giudici oltralpe hanno deciso all’unanimità che l’Italia ha violato l’articolo 3 della Convenzione sui diritti dell’uomo. «Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti» recita la Carta dei diritti, ed è per questo che lo Stato oggi dovrà versare ad Arnaldo Cestaro, classe 1939 e manifestante che ha presentato ricorso, un risarcimento di 45mila euro.
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Durante l’irruzione alla Diaz furono fermati 93 attivisti e furono portati in ospedale 61 feriti, dei quali 3 in prognosi riservata e uno in coma. Finirono sotto accusa 125 poliziotti, compresi dirigenti e capisquadra, ma non fu possibile processarli con l’accusa di tortura in quanto, come già all’epoca più volte riportato, il reato non era previsto dall’ordinamento italiano. Il parlamentare leghista ha insomma recepito “al massimo” la sentenza della Corte Europea.
@BuonannoG si ma stavi molto ubriaco — Stefano Perri (@StePerri) 7 Aprile 2015
(In copertina Buonanno. Foto di PATRICK HERTZOG/AFP/Getty Images)