Perché si parla di “fuorigioco semi-automatico” nonostante l’intelligenza artificiale e il chip nel pallone

L'innovazione, dopo la sperimentazione già avvenuta, arriverà sui campi del Mondiale in Qatar del che inizieranno a novembre

01/07/2022 di Enzo Boldi

Ci saranno 22 giocatori in campo, una terna arbitrale (più il quarto uomo), una sala Var, un’insieme di telecamere in grado di immortalare una quantità infinita di frame e un pallone con un chip al suo interno. Il prossimo Mondiale di calcio, quello che si disputerà il prossimo autunno in Qatar condizionando anche il calendario di ogni campionato nazionale e delle coppe internazionali per club, sarà quello in cui arriverà una grande novità tecnologica che dovrebbe aiutare, ancor di più, a ridurre al minimo gli errori di valutazione arbitrale. Come già annunciato nel novembre dello scorso anno, infatti, sul manto erboso è pronto ad arrivare il fuorigioco semi-automatico, grazie proprio all’intervento dell’intelligenza artificiale e dei nuovi sistemi e strumenti messi a disposizione dall’innovazione tecnologica.

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La fase di test sul campo, in tutti i sensi, è avvenuta nel corso della Arab Cup andata in scena alla fine dello scorso anno. E lo stesso Pierluigi Collina, Presidente delle Commissioni Arbitri della Fifa, ha spiegato che quella sperimentazione ha dato i suoi frutti. I risultati, infatti, sono stati talmente buoni d convincere l’Ifab (International Football Association Board) ad autorizzare l’arrivo del fuorigioco semi-automatico nell’evento calcistico più importante del mondo.

Fuorigioco semi automatico e il pallone con il chip

E tutto si baserà sulle nuove tecnologie e sull’intelligenza artificiale. Nel pallone (500Hz ball) – realizzato attraverso la collaborazione tra le Università di Melbourne e Zurigo – ci sarà un chip (un sensore IMU, Inertial, Measurement Unit) che invierà i dati raccolti – in tempo reale – alla sala video, ovvero quella in cui vengono effettuate le valutazioni Var. E tutto servirà per dare vita al fuorigioco semi-automatico. Perché quei dati (che riescono a individuare l’esatto momento in cui la sfera viene colpita) vengono messi a confronto con i frame immortalati da 12 telecamere che riescono (incrociando le immagini tra di loro) a offrire 29 punti di visione sui corpi dei giocatori. E tutto ciò permetterà di pizzicare, con un minimo margine di errore, un eventuale posizione di fuorigioco in campo.

Ma perché non è “automatico”?

Insomma, la tecnologia dovrebbe consentire di ridurre a zero gli errori, almeno per quel che riguarda il fuorigioco. Allora perché non si parla di offside automatico? La risposta arriva direttamente da Pierluigi Collina: «Il fuorigioco semi-automatico col “Pallone 500 Hertz” sarà valutato solo nei casi di possibile fuorigioco attivo; per il resto, arbitro e assistenti continueranno a regolarsi come oggi. Ma l’ultima parola spetterà sempre all’arbitro: non si trasformerà mai in un robot». Dunque, tecnologia a supporto e non in sostituzione.

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