La whistleblower di Facebook al Senato: «Ha ripetutamente preferito i suoi profitti alla nostra sicurezza»

Frances Haugen si è resa protagonista di un evento molto atteso a Capitol Hill

05/10/2021 di Gianmichele Laino

Una lunghissima introduzione del senatore Richard Blumenthal ha preceduto l’attesissimo intervento di Frances Haugen – la whistleblower di Facebook – davanti alle istituzioni americane. L’intervento al Senato è stato molto seguito dall’opinione pubblica statunitense, dal momento che la stessa Haugen – ex product manager di una commissione di Facebook che moderava i contenuti pubblicati sulla piattaforma – ha annunciato di avere delle rivelazioni importanti sul social network, che rischia il colpo del ko, dopo il grande down che ha caratterizzato i suoi servizi nella giornata storica del 4 ottobre (che sarà ricordata per il contemporaneo down di Facebook, Instagram e WhatsApp). Frances Haugen ha ribadito come Facebook rappresenti, per la democrazia americana, un vero e proprio pericolo.

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Frances Haugen in audizione a Capitol Hill, cosa ha detto

L’audizione non poteva non prevedere anche una panoramica delle rivelazioni della stessa Frances Haugen al Wall Street Journal, compreso il disagio mostrato dalle adolescenti con problemi con il proprio corpo al momento dell’utilizzo della piattaforma. Ovviamente, sono state ricordate anche le problematiche rilevate a livello di moderazione dei contenuti, per non parlare di quelle riguardanti la parità di trattamento nei confronti dei diversi utenti. Il clima, insomma, non è stato particolarmente favorevole all’azienda di Menlo Park che – tra le altre cose – è già stata sentita nella giornata di ieri, rappresentata dalla Global Head of Safety di Facebook, Antigone Davis.

L’audizione di Frances Haugen

«Ha ripetutamente preferito i suoi profitti alla nostra sicurezza ed è tempo – ha affermato la whistleblower – che la gente si meriti la verità intorno a questo aspetto» – è questa la frase chiave dell’intervento di Frances Haugen. L’ex membro dello staff di Facebook che ha deciso di rivelare al mondo tutto quanto di sospetto potesse esserci nella gestione interna degli utenti ha proseguito la sua audizione al senato per diversi minuti: «Quasi nessuno al di fuori di Facebook – ha detto – sa quello che succede all’interno di Facebook. La società è l’unica in grado di dire come gestisce la personalizzazione e il tracciamento dell’utente. Credo nel potenziale di Facebook, possiamo avere social media che ci piacciono e che ci connettono senza distruggere la nostra democrazia o mettere in pericolo i nostri figli e seminare violenza etica in tutto il mondo. Ma Facebook ha ripetutamente ingannato il pubblico».

C’è stato poi uno spazio di riflessione molto importante per quanto riguarda l’impatto degli algoritmi sulle decisioni che vengono prese, di volta in volta, dall’azienda di Mark Zuckerberg. Una visione parziale degli algoritmi stessi, infatti, sta anche alla base dei misunderstanding interni che i dipendenti – come lo era la Haugen – hanno notato. Il quadro che emerge dall’audizione dell’a whistleblower appare davvero come inquietante: le accuse a Facebook non si limitano, infatti, alla gestione dei suoi servizi, ma anche a quella del personale. La Haugen ha raccontato come diversi dipendenti abbiano lasciato il loro posto di lavoro a causa dei problemi interni all’azienda e di come sia stato difficile rimpiazzarli. Durante la sua audizione, inoltre, c’è stato spazio anche per le proposte. Come quella di modificare il Communications Decency Act, chiedendo una maggiore trasparenza delle piattaforme social sui loro algoritmi.

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