Ecco la fonte che ha fatto traperlare al WSJ i segreti di Facebook

Il nome di Frances Haugen è stato rivelato da Jeff Horwitz, il giornalista che ha curato gli approfondimenti sulla società di Menlo Park

04/10/2021 di Gianmichele Laino

Ormai è stato definito dai media americani come il whistleblower di Facebook. Si tratta di Frances Haugen, che ha rivestito il ruolo di product manager del team sulla civic misinformation di Facebook. Il suo nome è stato rivelato da Jeff Horowitz, il giornalista del Wall Street Journal che – in queste ultime settimane – ha curato una serie di articoli con rivelazioni “dall’interno” a proposito del modus operandi del social network. Successivamente, la fonte del WSJ ha parlato anche alla trasmissione americana 60 Minutes, rivelando ulteriori dettagli del suo rapporto con Menlo Park e della sua decisione di parlare e di mettere a nudo alcuni aspetti.

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Talpa di Facebook, le ulteriori rivelazioni dopo gli articoli del WSJ

Le rivelazioni della dottoressa Frances Haugen stanno diventando un caso: ha lasciato Facebook a maggio e ha detto di aver respirato in azienda un clima che non aveva mai incrociato in precedenza. Un tema che – un anno fa – era già stato affrontato, ad esempio, dal documentario di Netflix The Social Dilemma. Quello che emerge dalla sua ospitata televisiva è che, in realtà, Haugen possa avere molte più informazioni di quelle che – grazie al WSJ – sono state rese note nelle ultime settimane. Stando alle sue dichiarazioni, sarebbe in possesso di migliaia di pagine di documentazione sull’attività interna di Facebook.

Non solo i sondaggi interni secondo cui Facebook era a conoscenza dell’impatto sulle ragazze in difficoltà con il proprio corpo delle azioni che si possono eseguire su Instagram, non solo le varie questioni inerenti alla gestione della disinformazione e di altri contenuti non previsti dalle linee guida del social network, non solo la white list di persone politiche e pubbliche in generale che rispettano uno standard di moderazione diverso da quello degli altri utenti di Facebook. Un incredibile elenco di materiali che, a questo punto, sta mettendo in allarme l’azienda di Mark Zuckerberg (che, non a caso, ha reagito in maniera abbastanza severa alle prime rivelazioni del Wall Street Journal).

La svolta, nella sua vicenda, è arrivata dopo lo scioglimento del gruppo che stava tutelando l’integrità civica dei contenuti sulla piattaforma. Dopo quel momento, ci sono stati i fatti di Capitol Hill e – di conseguenza – la percezione di come i social network possano davvero diventare pericolosi. Le rivelazioni sono arrivate in seguito a questo graduale processo di allontanamento dall’azienda. Una cosa è chiara: tutto si muove intorno a un’unica teoria. Facebook, inizialmente, non era in malafede: ma quando è stata travolta dal successo non si è dimostrata in grado di autoregolamentarsi.

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