Facebook si difende: «Le adolescenti dicono anche che Instagram ha migliorato le loro difficoltà»

La risposta di Menlo Park all'inchiesta del Wall Street Journal che aveva mostrato come il 32% delle adolescenti intervistate affermassero che Instagram aveva effetti negativi sulla percezione del loro corpo

27/09/2021 di Gianmichele Laino

Il Wall Street Journal era stato molto netto contro Facebook, reo – a suo modo di vedere – di aver sottovalutato una ricerca che dimostrava come il 32% delle ragazze intervistate (e a disagio con il proprio corpo) ritenesse Instagram in qualche modo responsabile di questo loro malessere. Secondo il quotidiano americano, Menlo Park non aveva dato eccessivo risalto a quanto accaduto e aveva continuato a operare come se la ricerca non fosse mai stata visionata dai vertici della società (circastanza smentita dal contesto all’interno del quale la ricerca era stata condivisa). Facebook, adesso, fornisce una spiegazione più dettagliata sugli scopi e sui risultati desunti da quella ricerca, soprattutto in vista del fatto che la questione verrà esaminata davanti a una sottocommissione per il commercio del Senato, che ascolterà anche Antigone Davis, che ha il ruolo di Global Head of Safety di Facebook.

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Instagram e adolescenti, le altre notizie emerse dal sondaggio

Secondo Menlo Park, in effetti, il sondaggio – che è stato condotto intervistando soltanto 40 adolescenti – ha previsto anche altre domande, alle quali è stata data una risposta positiva. Per quanto riguarda 11 su 12 dei vari aspetti legati al benessere fisico delle ragazze che venivano presi in esame, il sondaggio mostra come le adolescenti abbiano ritenuto che Instagram le avesse aiutate a rafforzare la propria posizione. Solo per l’immagine del proprio corpo – delle 12 aree critiche esaminate – la piattaforma aveva avuto un impatto negativo.

Inoltre, stando a quanto dichiarato da Instagram, la ricerca condotta non mirava a individuare una sorta di rapporto di causa-effetto tra l’utilizzo della piattaforma e i problemi analizzati dagli adolescenti. Si trattava, invece, di una over-view più generale, che misurava l’impatto dell’utilizzo del social network su aree problematiche già preesistenti nei soggetti. Instagram arriva a contestare anche il fatto che la ricerca è stata comunque condotta con un linguaggio esemplificativo, che impediva un’analisi in profondità dei singoli problemi emersi. Un dettaglio non da poco da evidenziare, comunque, è che questa ricerca era stata commissionata dallo stesso Instagram, che – quindi – aveva modo di dare delle specifiche ulteriori sulle modalità con cui questa ricerca poteva essere condotta.

Tuttavia, il social network vuole dimostrare che questo tipo di ricerche sono state condotte per migliorare la propria esperienza con gli utenti e non di certo per scopi diversi (come l’analisi dell’impatto di tools ritenuti già di default negativi). Nei prossimi giorni, l’esposizione di fronte alle istituzioni statunitensi permetterà sicuramente di capire qualcosa in più sull’atteggiamento di Instagram nei confronti delle nuove generazioni e dei problemi degli adolescenti.

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