Vittorio Feltri e il voto della base M5S sul caso Diciotti: «La democrazia diretta è una cloaca»

Partiamo dalla fine dell’editoriale di martedì 19 febbraio scritto da Vittorio Feltri: «Era dai tempi di Barabba che non si andava a morte col voto di piazza». Il direttore di Libero fa riferimento, ovviamente, alla consultazione popolare online voluta dal Movimento 5 Stelle per decidere la linea da adottare nella Giunta per le immunità del Senato sul destino di Matteo Salvini. Alla fine, la base M5S ha deciso di salvare il vicepremier e ministro dell’Interno e ora, salvo sorprese, il leader della Lega non finirà a processo davanti al Tribunale dei Ministri di Catania per il sequestro dei migranti a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera italiana.

«La democrazia diretta è una buffonata che andava bene ai tempi di Atene – scrive Vittorio Feltri nel suo editoriale -, che era all’incirca un condominio. Ma adesso non è che un gioco cretino al massacro». Il direttore di Libero ha ben chiare le perplessità sulla scelta di rivolgersi alla base grillina sulla piattaforma Rousseau e, come al solito, le espone non in punta di penna: «Come si fa a sbattere un vicepremier nelle mani di gente sprovveduta quale la truppa analfabeta di Grillo?».

Feltri e la cloaca della democrazia diretta a 5 Stelle

E il suo attacco al Movimento 5 Stelle prosegue: «Bisogna avere la testa inzuppata nell’alcol per arrivare a tanto. Il tribunale del popolazzo frequentatore del porcaio Rousseau non ha titoli né legittimità per stabilire se Salvini abbia o meno commesso un reato e debba essere carcerato. Siamo di fronte a un club di storditi privi di qualsiasi competenza». Un concetto che riprende, per toni e parole, l’ultimo Silvio Berlusconi nei suo commenti contro l’incompetenza dei 5 Stelle e dei suoi elettori.

Salvini ha agito nell’interesse dell’Italia

Vittorio Feltri, poi, parla anche dell’eventuale processo a carico di Matteo Salvini – che, in base al risultato della consultazione popolare M5S su Rousseau, sembra essere scongiurato -, giustificando il comportamento del ministro dell’Interno nella gestione del caso Diciotti e spiegando come abbia agito nell’interesse dell’Italia, «meta abitualmente degli africani».

(foto di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

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