L’Italia è quel paese in cui le inchieste scomode di Fanpage possono essere oscurate in via preventiva

Fanpage denuncia che l'inchiesta su Durigon e i fondi della Lega, per cui il tribunale di Roma ha disposto il sequestro, non viola la legge in attesa che la verità venga accertata

23/09/2021 di Redazione

Nella giornata di oggi Fanpage.it ha ricevuto un decreto del tribunale di Roma che dispone il sequestro tramite oscuramente dell’inchiesta Follow The Money fatta su Claudio Durigon e sui fondi della Lega, i famosi 49 milioni. Il fatto è grave, come sottolinea il giornale tramite un articolo e un video usciti oggi  a opera del direttore Francesco Cancellato, perché si tratta del sequestro e dell’oscuramento preventivo di un contenuto giornalistico per reato di diffamazione: un provvedimento che, in un paese democratico in cui vige una Costituzione, non dovrebbe esistere e che non è mai accaduto prima. Si tratta, infatti – come sottolinea la redazione stessa – di una pratica che limita la libertà di stampa e che lede al diritto di tutti quinti i cittadini italiani. La questione di Fanpage oscurato per richiesta del

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Fanpage oscurato, l’inchiesta incriminata è quella su Durigon

L’inchiesta incriminata in via preventiva è quella su Durigon e i fondi della Lega, in particolare un video in cui Durigon – parlando con un interlocutore – affermava che non c’era necessità di preoccuparsi dell’inchiesta della Procura di Genova sui 49 milioni di euro sottratti dalla Lega allo Stato poiché il generale della Finanza (Giuseppe Zafarana n.d.R) l’avevano messo loro.

Un’inchiesta che ha fruttato querele e diffide, come spesso capita nel mondo giornalistico, un diritto a procedere che Fanpage difende: «Chiunque si ritenga offeso o diffamato dai nostri articoli ha diritto di far valere le sue ragioni in un Tribunale, e ci sono un giudice e tre gradi di giudizio per accertarlo», afferma il direttore nel video.

Sequestro e oscuramento in via preventiva sono vietati dalla Costituzione

Si tratta dell’articolo 21, che afferma che “La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili”.

Il sequestro è autorizzato solo qualora si ipotizzino reati diversi dalla diffamazione e, sottolinea Cancellato, «non è il nostro caso» poiché la verità in merito alla questione non è ancora stata accertata e non si tratterebbe di un procedimento preso in via cautelare. A confermarlo ci sono anche diverse sentenze della Corte di Cassazione. L’inchiesta giornalistica sarà messa offline, quindi, senza alcuna condanna o alcun accertamento in merito e senza aver interpellato prima né gli autori del servizio né il direttore della testata. Fanpage ha comunicato che contesterà la decisione del tribunale.

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