Che senso ha dire che Melissa Satta ha «mandato in tilt» Fabio Caressa con il suo abbigliamento?

La frase di Fabio Caressa su Melissa Satta è inqualificabile e i giornali dovrebbero sottolinearlo molto più di quanto non stiano facendo

21/09/2021 di Ilaria Roncone

A Sky Calcio Club, programma in onda su Sky Sport la domenica sera dopo il posticipo della Serie A, Melissa Satta si è ritagliata il suo ruolo. Tra varie polemiche dopo l’approdo – Alessia Tarquinio, giornalista per Prime Video, ha messo in dubbio la competenza della Satta in ambito calcistico – domenica la showgirl è stata oggetto di un commento da parte del giornalista e telecronista Fabio Caressa che ha lasciato parecchio perplesse molte persone ma ben poco perplessi i giornali, visto i toni in cui se ne è parlato. La frase di Caressa su Melissa Satta è inopportuna e fuori luogo sotto ogni punto di vista.

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Quella frase di Caressa su Melissa Satta è fuori luogo


«Senti, non ti offendere – esordisce il Caressa parlando con la co-conduttrice – Non voglio essere sessista, ma qui stiamo tutti aspettando il momento del senza giacca». Il riferimento è al momento del programma in cui le persone in studio assumono un atteggiamento più informale e si tolgono la giacca. Ride delle sue stesse parole, Caressa, non guardando la reazione della persona oggetto di quel commento ma cercando consenso da parte degli altri uomini in studio.

La battuta viene accolta con un gelo generale e la Satta, per stemperare il momento palesemente imbarazzante creato dal collega, ride alludendo al fatto che non manca molto non mancando di domandare «perché?». Traduciamo: quale era la necessità di dire una cosa del genere nel contesto in cui si è in diretta e si sta lavorando, parlando di argomenti che nulla hanno a che vedere con l’abbigliamento dei presenti? Del resto, Caressa esordisce dandosi del sessista da solo, perfettamente consapevole di quanto quel commento sia inopportuno.

Il linguaggio usato dai giornali per parlare della vicenda è sbagliato

Il video si sta diffondendo sui social e i giornali parlano di quanto avvenuto già da ieri. Andando a leggere gli articoli, però, appaiono evidenti due grandi errori: in primo luogo il linguaggio usato per trattare la vicenda, che sembra addossare alla Satta e al suo abbigliamento la colpa di quella frase; in secondo luogo, la critica a un gesto del genere è tiepida, si tende quasi a giustificare il conduttore poiché la showgirl è troppo bella per non dire una cosa del genere.

Ecco che, allora, Dagospia parla di una Melissa Satta «che manda in tilt Fabio Caressa», del fatto che sia «oltremodo bella» e che «le sue curve fanno inevitabilmente girare la testa a tutti». Viene commentato l’abbigliamento, quel «top quasi completamente trasparente che copriva solo lo stretto indispensabile», e del «padrone di casa che non è proprio riuscito a trattenersi».

Abbiamo poi Il Fatto Quotidiano, che sia nel sottotitolo che nel testo utilizza una formula simile a quella già citata: bellezza della Satta che «ha mandato in confusione il padrone di casa Fabio Caressa, nel corso si è lasciato andare a una considerazione sul look della showgirl». Essere mandato in confusione, lasciarsi andare: un linguaggio che, palesemente, allude al fatto che sia stata la Satta a provocare l’uomo per via di quel look.

Stesso discorso per Libero, che già parte con un titolo acchiappa click che anticipa i toni del pezzo (“Melissa Satta in studio così? Raptus-Caressa: “Non voglio essere sessista, ma…”, cosa gli esce di bocca”). Un altro esempio di linguaggio non adatto per commentare la questione, una frase presente all’interno dell’articolo: «Melissa Satta criticata per la sua performance televisiva ma sempre bellissima. Anzi, sensazionale».

Morale della (brutta) favola

Nessun giornale ha ribadito abbastanza quanto Caressa su Melissa Satta sia stato inopportuno. La conduttrice è stata palesemente messa in imbarazzo, con le spalle al muro e impossibilitata a rispondere come avrebbe voluto. Magari quella risposta ce l’aveva sulle labbra e ha scelto di non pronunciarla o, magari, l’incredulità per quella frase è stata talmente tanta da averle impedito di maturare una risposta adeguata lì per lì.

I giornali hanno speso parecchie parole per sottolineare quanto resistere dal commentare quel look sexy di Melissa Satta fosse difficile ma ben poche parole per fare presente che tutto, di questo intervento, è sbagliato: modo, contesto, risate e ricerca di approvazione da parte degli altri uomini presenti. Sottolineare continuamente quanto Melissa Satta sia bella nel contesto in cui è stata inserita – a ragione o meno – per le sue competenze in campo calcistico non fa che alimentare il sessismo nell’ambito lavorativo (giornalistico in questo caso) che ci portiamo dietro in Italia e che non riusciremo mai a lasciarci alle spalle se la stampa, in primis, non impara parlare come si deve. E se i giornalisti, ancora oggi, si esprimono in questo modo in diretta nei riguardi delle colleghe.

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