Quelli che non sanno riconoscere le false rassegne stampa e le condividono

Sta circolando sui social una serie di falsi titoli di testate internazionali contro Conte

18/01/2021 di Enzo Boldi

Verificare la fonte, anche quando quel che si legge sui social sembra essere molto in linea con il proprio sentiment. Dovrebbe essere la base del lavoro giornalistico, ma alcuni siti continuano a prendere per buone le informazioni che trovano su Facebook e le condividono a mo’ di notizia. Eppure sarebbe bastato un normale controllo, ma questo non è stato fatto. E così la falsa rassegna stampa internazionale contro il governo Conte è diventata virale.

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Tra le vittime illustri di questa falsa rassegna stampa (anche se poi, dopo essersi accorto dell’errore ha cancellato il suo retweet commentato) c’è stato anche Carlo Alberto Carnevale Maffè.

Falsa rassegna stampa internazionale contro Conte

Questo il testo che è stato condiviso più e più volte, anche da alcuni siti che fanno ‘informazione’ (anche se questo termine dovrebbe prevedere la verifica delle fonte e non l’attingere a piene mani dai social senza controllo).

Le Figaro: “Rifiuta di assumersi la responsabilità della crisi derivante dal suo immobilismo e fa fare il lavoro sporco da Casalino”.
New York Times: “Aveva il potere di costruire ma non ha resistito alla tentazione prospettata dal suo consigliere Casalino di distruggere e di asfaltare il suo nemico politico”.
Der Spiegel: “Mette a rischio una storica opportunità di riformare il Paese, tenendolo nell’immobilismo” […] “Disperato, si è convinto di essere il più popolare come fategli credere dal suo mentore occulto D’Alema e lotta contro l’ex-premier in realtà ancora popolare nel paese” […] “Vuole farsi un suo partito per tenere salda la poltrona, mentre è il paese a soffrire della grave crisi economica nella quale sta affondando” […].
Financial Times: “nessuno capisce le motivazioni del premier, perché non risponde a Renzi, perché abbia messo sottosopra Roma con la regia del suo inseparabile guru e maestro della comunicazione Casalino nel tentativo di rafforzare il suo potere di contrasto sul parlamento creando un suo partito personale sull’onda della popolarità acquisita con il dilagare della pandemia” […] “la crisi italiana “minaccia di ostacolare il Recovery plan di Bruxelles e il presidente Conte è ancora in ritardo nel proporre il piano di resilienza richiesto 7 mesi fa”.
The Guardian: “La manovra largamente impopolare di Conte nel tenere a tutti i costi la poltrone dopo le dimissioni delle due ministre di Italia Viva arriva nel momento peggiore possibile per l’Italia e lascia gli osservatori perplessi riguardo alle motivazioni. La costituzione italiana in effetti prevede una immediata verifica in parlamento e la formazione se possibile di un nuovo governo. Non si capisce come mai il premier non abbia ancora ottemperato ai dettami della legge, poiché ci risulta che una nuova maggioranza con gli stessi partiti si troverebbe comodamente. Il sospetto è che Conte non voglia mollare la poltrone e tenga un intero paese sotto scacco con il suo immobilismo?”.
Reuters: “Conte e i due maggiori partiti il m5s e il PD che lo sostengono ha fallito nel consegnare al paese in tempi rapidi come le richiederebbe un momento così critico e delicato un piano di gestione dei fondi europei. A nulla sono servite le proteste dell’unico leader riformista Renzi, il quale viene contestato a rete unificata dagli organi di stampa vicini al governo”.
El Pais: “L’Italia dopo aver aspettato per mesi, dopo sorprendenti quanto allucinanti tentennamenti, dopo aver buttato via quasi 7 mesi di tempo e messo a rischio l’economia del paese deve ora darsi rapidamente una mossa e trovare la formula per un nuovo governo di questa legislatura nel mezzo di una pandemia, speriamo stavolta guidato da un leader forte, autorevole e decisivo, proprio quando si decide il destino di quasi 230 miliardi di euro che arriveranno dall’Unione Europea per uscire dalla crisi e il Paese deve presiedere il G-20.

Tutto ciò, però, è solo frutto di una falsa rassegna stampa che ha visto la propria genesi su Facebook prima di riversarsi su tutti gli altri social. E non solo. Eppure bastava cercare su Google quelle parole con i riferimenti alle testate. Ma non l’hanno fatto.

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