Non diffondete il video del pestaggio di Crotone

Il legale del ragazzo ha chiarito che «ogni condivisione un altro colpo di kncok out», chiedendo di smettere di far girare il video

18/01/2021 di Ilaria Roncone

I fatti risalgono allo scorso dicembre, prima di Natale, come ha spiegato il padre del ragazzino che picchia un coetaneo filmato da altri amici. Siamo a Crotone, della questione si sono già occupati sia i genitori che la Questura della città e il tutto è già stato chiarito in privata sede – come ha sottolineato il padre del colpevole -. La questione dovrebbe essere già chiusa, quindi, salvo il fatto che due giorni fa il video rissa Crotone è stato diffuso nelle chat come Whatsapp e Telegram, diventando virale. Così come accade per i video di revenge porn, anche in questo caso chiunque riceva il video deve fare una sola cosa per tutelare la vittima: eliminarlo dal proprio dispositivo e non diffonderlo in nessun modo.

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La richiesta del legale della vittima pestaggio Crotone

La misura di quanto importante sia non diffondere il video del pestaggio di Crotone la si può avere anche dal commento di Francesco Verri, incaricato dalla famiglia del giovane picchiato per la tutela legale. Scrive sui social non solo per chiarire che la condanna che chiederà sarà commisurata a quanto è accaduto ma anche per spiegare la posizione dei suoi assistiti e che cosa ognuno di noi non deve fare: «La famiglia del giovane e il ragazzo chiedono un po’ di tranquillità. E’ complicato essere protagonisti, per quanto involontari, di fatti di cronaca così sconvolgenti e del conseguente dibattito pubblico. Prego gli utenti dei social forum e delle altre applicazioni di fermare l’ulteriore diffusione del video: ogni condivisione è, per il ragazzo, un altro colpo da knock out e ne ha avuti abbastanza.».

Video rissa Crotone: «Ogni condivisione un altro colpo di kncok out»

Una considerazione che deve far riflettere chiunque riceva questo e tanti altri video di questo tipo. Il giovane picchiato è riconoscibile e continuare a diffondere il materiale girato anche solo per commentare e condannare questo fatto non gioca a favore della vittima. Il padre del 16enne che mena le mani è un noto pugile calabrese che ha una palestra e che ha parlato sui social della faccenda, sottolineando che sarebbe già stata chiarita tra i due giovani e tra le famiglie sia in sede privata che in presenza delle Forze dell’Ordine. Anche dalla Questura di Crotone sono arrivate istruzioni precise tramite comunicato: non diffondere il video. Considerato che i responsabili dell’accaduto – compresi coloro che incitavano e filmavano – sono stati individuati e che tutti sono minorenni, vanno tutelati, «ciò sia per evitare possibili reati che potrebbero essere commessi ma soprattutto per scongiurare, date le scene, che condivisioni o diffusioni possano generare ulteriori situazioni negative, anche dal punto di vista psicologico. È nostro volere e compito, anche con gli Uffici Specialistici della Questura e d’intesa con l’A.G., essere accanto alle vittime – in senso lato – di questi dolorosi fatti».

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