Facebook le ha bloccato l’account per 60 giorni: “Se c’è un senso a questa storia è che l’AI di Facebook ha sbagliato”

Abbiamo intervistato Mari Indennitate, che ci ha raccontato come Facebook le abbia bloccato l'account senza possibilità di replica

16/05/2022 di Martina Maria Mancassola

Abbiamo chiesto a Mari Indennitate di raccontarci che cosa le è successo su Facebook, piattaforma che le ha bloccato di recente l’account senza darle alcuna possibilità di giustificare la sua attività ed ottenere il ripristino dell’account con cui lei lavora. Ci ha raccontato che tutto è partito dal 10 maggio scorso, quando «mi è arrivata la notifica che mi era stato cancellato un post», ma poiché «in generale non ci faccio più nemmeno tanto caso perché mi era capitato altre volte che Facebook andasse indietro nel tempo e mettesse cover sulle foto guerra», ho acconsentito e sono andata avanti. Mari prosegue raccontando che: «Dopo un po’ ho visto che c’era questo articolo postato a ottobre del 2019 – che era un articolo di Giornalettismo relativo all’esposizione a Roma di un manichino di Greta Thumberg impiccato – quindi ho capito che il problema era l’immagine di anteprima ovvero il manichino impiccato. In questo caso, non era un’immagine che avevo postato io, era un articolo che aveva come immagine di anteprima un’immagine di cronaca, che poi ho verificato essere stata condivisa anche dal sindaco di Roma, da tanta gente su Twitter e da altri giornali. Non era un’immagine che avevo caricato io».

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Account bloccato Facebook: Mari Indennitate ci racconta la sua esperienza

«Non mi sono più di tanto preoccupata perché pensavo che la piattaforma mi avrebbe dato la possibilità di spiegare il mio punto di vista, cioè di non essere d’accordo sulla decisione di Facebook, ma subito mi sono resa conto che non avrei potuto perché non c’era la possibilità di compilare alcun form per scrivere», ci spiega Mari, che aggiunge come Facebook le abbia comunicato che, a causa del Covid, non disponeva di abbastanza personale per risolvere quel problema: «Ma sono riuscita a screenshottarlo non appena l’ho visto».

account bloccato Fb

Mari prosegue raccontandoci che, a causa di questo problema, le veniva comunicato che il suo account sarebbe stato sospeso per 59 giorni: «In realtà erano 60 giorni perché ogni giorno che passava Facebook mi indicava i giorni di blocco account rimanenti. Facebook pensava – e di certo non c’è un controllo umano ma un sistema di intelligenza artificiale – che io avessi postato quell’immagine e mi consigliava di leggere il regolamento e di chiedere aiuto perché pensava mi volessi suicidare».

istigazione al suicidio Fb

La vicenda prosegue dal momento che Facebook le comunica: «Se tu stai attraversando un periodo difficile, vogliamo mostrarti delle strade di supporto», solo che poi – continua Mari – «O non le ho viste o non mi sono mai arrivate». Facebook la invitava, anche, a denunciare altre immagini del genere. La stessa è, poi, andata a recuperare l’articolo e ha fatto qualche indagine, scoprendo che altri giornali e social network (Twitter, Google) avevano parlato dell’accaduto e mostrato quella foto, quindi «Ho capito che quello che è successo su Facebook è un errore di una sorta di algoritmo che va al setaccio di tutte le foto – random – postate su Facebook – chiaramente non può prenderle tutte quindi suppongo che l’AI che sta a capo di queste cose abbia frainteso quella foto». Mari prosegue raccontandoci di aver «lasciato stare» perché «ho un account di emergenza» dato che non era la prima volta che le capitava e anche perché svolge la professione di social media manager, dunque Facebook le serve per lavorare, oltre ad essere la stessa anche admin di altre pagine di riserva. Il giorno successivo, però, le accade una cosa particolare. Viene contattata da una ex cliente a cui era successa la stessa cosa: «Sia io che lei risultavamo ancora amministratori della business manager di Meta, che è lo strumento pubblicitario con cui si organizzano le campagne pubblicitarie», aggiungendo che «Due, tre anni fa noi l’avevamo nominata admin però per qualche strano motivo lei non risultava più admin – un altro dei suoi account risultava essere dipendente – e lei aveva bisogno di poter nominare un altro admin, che era il nuovo manager che avrebbe dovuto occuparsi del rilancio del brand» e da dipendente non poteva nominare nessun altro admin. «Io pensavo che la mia collega avrebbe potuto risolvere» ma, in realtà, risultava che anche lei era stata bloccata da Facebook due anni prima e «Non era mai stata più riabilitata come business manager e anche lei ha altri account con i quali gestisce l’emergenza quindi anche a lei questa cosa non aveva toccato più di tanto».

«Ho scritto a Facebook 2, 3 volte dalla finestra relativa a questo problema, ho provato anche su Twitter e a chiamare Facebook» ma senza esiti, racconta Meri, che aggiunge: «Se c’è un senso a questa storia è che l’intelligenza artificiale di Facebook che setaccia i contenuti alla ricerca di quelli che vanno contro le regole di Facebook, allora l’intelligenza artificiale ha sbagliato, e quello che c’è di sbagliato è che non mi ha dato la possibilità di parlare, cioè io ho contestato la scelta di Facebook ma non ho potuto spiegare perché la stavo contestando e dopo che l’avevo contestata, la risposta automatica di Facebook mi dice “ne terremo conto per le prossime, future segnalazioni”, come a dire che rimane il blocco dell’account di due mesi». I due mesi di restrizione prevedono: impossibilità di fare le dirette, di pubblicare inserzioni, posizione dei post più in basso.

 

restrizioni Fb

«È vero che ho l’account di scorta però non credo di aver commesso niente di male nel condividere un articolo né credo che l’immagine in anteprima dell’articolo stesso fosse così violenta. Eventualmente, così come tanti anni fa, si potrebbe dare la possibilità alle persone di scegliere l’immagine di anteprima degli articoli da condividere», sottolinea Mari. Il problema principale, dunque, alla fine è stata la mancanza di confronto con la piattaforma, perché se l’utente potesse almeno spiegare, confrontarsi con Facebook sull’attività censurata – dato che come ha rilevato Meri probabilmente ci sono dei sistemi di intelligenza artificiale dietro questi blocchi -, potrebbe almeno capire il motivo del blocco. Ovviamente, la piattaforma, dopo questo contraddittorio, potrebbe comunque continuare a ritenere il post inosservante delle regole.

«Ho scritto a Facebook ma ho scritto dai form che vengono utilizzati per segnalare le problematiche di Facebook», continua Mari che chiede solo un confronto con la piattaforma, come accadeva in passato: «Facebook immediatamente mi offriva la possibilità non solo di non essere d’accordo e, quindi, di dire “io non accetto questa decisione” ma anche di dire perché, c’era l’apposito form. In questo specifico caso, non c’è stato a causa del Covid e della mancanza di personale, cioè la piattaforma non mi ha dato la possibilità di comunicare quindi, poi, i giorni successivi al problema ho contattato Facebook attraverso il form che serve per segnalare dei problemi di funzionamento di Facebook. Credo che qualcuno, prima o poi, vedrà». Mari ha già avuto problemi con Facebook, infatti, nella foto che segue si vedono avvisi relativi a vecchi suoi post sulla tragedia siriana dinnanzi ai quali, però, «Facebook sta coprendo le vecchie immagini, facendo viaggi nel tempo. Interessante che nel caso dell’impiccagione del manichino, invece, abbia rimosso. Forse, mi viene in mente ora, perché non poteva coprire un’immagine di anteprima di un articolo», spiega Mari.

altre notifiche immagini forti Fb

«L’11 maggio scorso, poi, mi è arrivata una notifica da parte di Facebook che un articolo che io avevo postato in un gruppo nel 2020, e che loro avevano tolto, era stato ripristinato». L’articolo cui si riferisce Mari era relativo a «risultati di un test psicologico sull’amore e che era stato considerato spam». La considerazione che ne segue è questa: «Proprio perché non hanno tutto questo personale, io dubito che ci sia stato qualcuno che sia andato indietro nel passato non solo a cancellare i post della gente ma addirittura a ripristinare dei post banalissimi nei gruppi», concludendo che «Credo che ci sia un sistema di intelligenza artificiale» quantomeno come primo filtro, mentre si auspicherebbe che, almeno in un secondo momento, ci fosse un’attività umana di correzione e di ripristino di quanto rilevato erroneamente dall’AI come inosservante delle regole Facebook.

post ripristinato Fb

 

 

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