Nel mezzo dell’emergenza Coronavirus, la Francia forza sulla riforma delle pensioni

Mentre il mondo intero, Francia compresa, convive con la psicosi e i timori legati alla diffusione del nuovo coronavirus Covid-19, il Governo di Macron va all’attacco sulla riforma delle pensioni. E lo fa forzando la mano con un decreto che servirà di fatto ad aggirare i 41mila emendamenti promossi dalle opposizioni per frenare il disegno di legge. La contestata riforma che prevede, tra le altre cose, l’istituzione di  un sistema universale “a punti” che sostituirà i 42 regimi pensionistici al momento presenti oltralpe, e forti incentivi per restare al lavoro più a lungo,  aveva scatenato un’ondata di protesta di piazza molto diffusa.

«Ho deciso di utilizzare la responsabilità di governo sulla riforma delle pensioni, non per porre fine al dibattito, ma per porre fine al ‘non dibattito’ » ha dichiarato provocatoriamente Édouard Philippe davanti all’Assemblea Nazionale lo scorso sabato, riferendosi alla gran mole di emendamenti messe in campo dalle opposizioni.

Una mossa che ha scatenato immediate risposte politiche e sindacali. Philippe Martinez, a capo della Confédération générale du travail (tra i più grandi sindacati francesi) ha chiamato lavoratori e militanti alla mobilitazione per la prossima settimana descrivendo il decreto come “profondamente scandaloso”

“Si è voluta rovesciare con la forza la volontà dei francesi, il parere del Consiglio di Stato, passando sopra ai sindacati”, ha denunciato Francois Ruffin di France Insoumise. Critiche arrivano anche dalla destra della Le Pen e perfino dalla destra gollista di Sarkozy. Difficile infatti, non pensare che l’emergenza coronavirus non sia stata utilizzata strumentalmente per forzare la mano su una riforma assai impopolare.

 

 

 

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