Continua la campagna di Musk su Twitter: «Se la nostra offerta va in porto, sconfiggerò i bot»

«O morirò provandoci»

22/04/2022 di Gianmichele Laino

Continua la disperata campagna di Elon Musk per conquistare e scalare definitivamente Twitter. Mentre siamo venuti a conoscenza del fatto che il magnate di Tesla avrebbe trovato i finanziamenti per rendere la sua offerta da 46,5 miliardi di dollari concreta, continua con le sue promesse. In principio, c’è stata quella dell’aggiunta del tasto di modifica del tweet, adesso – invece – nel mirino ci sono i bot, un altro dei problemi che affligge, purtroppo, Twitter da anni.

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Elon Musk contro i bot, ancora campagna per scalare Twitter

«Se la nostra offerta per Twitter andrà in porto, sconfiggeremo gli spam bots, oppure moriremo provandoci». L’affermazione di Musk è ambiziosa. Ne è consapevole lui stesso, quando dice che potrebbe morire provandoci (non assicurando, del resto, il risultato finale). Ma è una dichiarazione buttata lì? Quasi una promessa da campagna elettorale? In realtà, Elon Musk aggiunge successivamente una indicazione ulteriore, quella di voler autenticare tutti gli esseri umani che utilizzeranno il social network. Un problema piuttosto importante, che ha sempre contraddistinto l’utilizzo della rete da parte degli utenti. Il concetto di nickname, di identità parallela è sempre stato in qualche modo intrinseco nell’impiego degli strumenti messi a disposizione dai social network. Tuttavia, se inizialmente si trattava soltanto di frapporre una sorta di schermo tra una identità virtuale e una reale, il problema con il tempo è diventato sempre più importante, entrando nella sfera della truffa, della disinformazione, del reato commesso online e difficilmente perseguibile.

Tra l’altro, in passato, ci fu anche ampia discussione sull’utilizzo di bot su Twitter collegati in qualche modo a Tesla, per diffondere sentimenti positivi sul marchio e – di conseguenza – influenzare le tendenze o il mercato stesso. Evidentemente, dunque, Musk conosce bene le potenzialità di questo sistema e capisce quanto possa essere sbagliato per Twitter essere costantemente sottoposto a mutazioni dell’opinione derivanti da account fasulli e coordinati. Negli ultimi tempi, del resto, Musk non ha nascosto di essere molto sospettoso a proposito dell’intelligenza artificiale e ha proposto più volte l’istituzione di una o più agenzie governative per implementare la sicurezza a proposito di un settore che, senza regole standard, rischia di vivere una espansione selvaggia.

La sua prima battaglia, se la sua offerta per Twitter andrà in porto, partirà proprio dal social network. Ovviamente, anche questa posizione può essere messa in dubbio da una serie di valutazioni oggettive a proposito della falsa attribuzione di una identità. Gli attivisti, ad esempio, chiedono concretamente a Elon Musk come potranno continuare a utilizzare Twitter: «Come possiamo garantire – ha chiesto ad esempio Jane Manchun Wong, hacktivista di Hong Kong che non soltanto si batte per i diritti umani del suo Paese, ma che ha più volte scavato a fondo nelle pieghe dei codici delle compagnie della Silicon Valley, mettendone a nudo vulnerabilità e nuove features – che le persone provenienti da regioni a rischio, sotto pseudonimo per godere della libertà di poter dire la verità, non facciano saltare la loro copertura mentre certificano che sono veri esseri umani?». Su questo Elon Musk non sembra essersi pronunciato. La sua battaglia contro i bot non è ancora iniziata, ma sta assumendo già sfaccettature plurime. Non sarà facile.

Foto IPP/Zumapress

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