L’Italia sta reggendo per l’onda lunga del lockdown ma l’equilibrio è fragile, dice Galli
Il primario del Sacco ha spiegato perché c'è questa differenza tra il nostro Paese e il resto d'Europa
26/09/2020 di Gianmichele Laino
Ieri l’Italia è arrivata sulla soglia dei duemila contagi in un giorno, come non succedeva dalla fine del lockdown, da quel 18 maggio 2020 che ha dato il via libera a una vita quasi normale. Ci sembra un numero enorme, anche se dobbiamo ricordarci quanti nuovi casi di coronavirus si attestavano ogni 24 ore nella fase più severa della pandemia. E tuttavia, l’Italia resiste rispetto agli altri Paesi d’Europa: rispetto alla Francia, che fa contare 16mila contagi nelle ultime 24 ore, rispetto alla Spagna che è in condizioni simili, rispetto alla Gran Bretagna che ieri ha contato quasi 7mila nuovi contagi da coronavirus. Massimo Galli, primario dell’ospedale Sacco, prova a spiegare il perché. E tira in ballo l’effetto lockdown.
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Effetto lockdown: per questo l’Italia ha meno contagi del resto d’Europa
Nel corso di un’intervista al Corriere della Sera, infatti, ha specificato che, se l’Italia sta attraversando una fase interlocutoria decisamente migliore rispetto agli altri Paesi d’Europa, è stato senz’altro merito del lockdown e della serietà con cui è stato portato avanti dal 9 marzo al 18 maggio 2020. Attività chiuse, esercizi commerciali chiusi, apertura soltanto degli alimentari, delle farmacie e degli altri negozi di prima necessità. Divieto di scendere in strada, se non per esigenze indifferibili. Autocertificazioni e controlli.
L’equilibrio fragile dell’effetto lockdown in Italia
Tuttavia, secondo Massimo Galli – dopo la pausa estiva in cui c’è stato un liberi tutti un po’ troppo generalizzato, con una gestione di alcuni esercizi come le discoteche un po’ approssimativa – l’equilibrio che l’Italia aveva trovato e che, per certi versi, continua ad avere, sembra essere all’improvviso più fragile. Sempre secondo Galli, la riapertura delle scuole non impatterà in maniera così negativa sull’aumento dei contagi e che negli altri Paesi non è certo attribuibile al ritorno tra i banchi l’ascesa esponenziale della curva di diffusione dell’epidemia.
Ma occorre comunque fare attenzione. Un esempio su tutti? Il provvedimento legato agli stadi: sarebbe un errore riaprire gli impianti sportivi a più di mille persone. È un monito su una lastra di ghiaccio. Qualsiasi passo falso potrebbe farla rompere proprio ora che sembra solo incrinata.