L’influenza dell’intelligenza artificiale sulle piattaforme di e-commerce

Alcuni strumenti vengono già utilizzati da grandi attori del settore. In futuro potrebbero essere implementati (e non solo con le chatbot)

14/02/2023 di Enzo Boldi

L’evoluzione digitale è entrata a far parte delle nostre vite, anche acquistando un prodotto su Internet. Perché il binomio eCommerce e intelligenza artificiale prosegue spedito da tempo e negli ultimi anni è stato implementato da tutte quelle novità tecnologiche che hanno arricchito il panorama offerto alle aziende e agli sviluppatori di piattaforme dedicate alle vendite in rete. Un rapporto che sembra essere sempre più saldo, anche grazie a una maggiore velocità nella produzione di contenuti a corredo (oltre alla possibilità di procedere con la più classica valutazione (automatizzata) della user experience.

LEGGI ANCHE > Gli e-commerce di maggior successo nel 2022

In che modo eCommerce e intelligenza artificiale possono convivere? Lo abbiamo chiesto direttamente alla piattaforma di OpenAI ChatGPT che ci ha confermato come questo processo sia già in atto in diverse realtà. Anzi, la stessa chatbot si presenta come uno strumento utilissimo in questa direzione:

«ChatGPT può aiutare l’e-commerce in diversi modi. Ad esempio, può essere utilizzato per creare un assistente virtuale per il servizio clienti che può rispondere alle domande frequenti dei clienti e aiutarli a navigare il sito web. Inoltre, può essere utilizzato per generare descrizioni dei prodotti e recensioni, o per personalizzare le raccomandazioni dei prodotti per i singoli clienti. Può essere utilizzato per rispondere alle loro domande e aiutarli a trovare i prodotti che stanno cercando. L’assistente virtuale basato su ChatGPT può essere integrato in un sito web di e-commerce o in un’app mobile, e può utilizzare il natural language processing per comprendere le domande dei clienti e generare risposte appropriate. L’assistente virtuale basato su ChatGPT può essere personalizzato per rispondere alle domande frequenti dei clienti, come ad esempio informazioni sulle spedizioni, sui resi, sulle politiche di pagamento, oltre ad aiutare i clienti a trovare i prodotti specifici che stanno cercando, o a filtrare i prodotti in base ai loro interessi e preferenze. Inoltre, può essere utilizzato per generare descrizioni dei prodotti e recensioni, o per personalizzare le raccomandazioni dei prodotti per i singoli clienti».

Assistente virtuale in grado di guidare l’utente non solo tra i prodotti (comprese le descrizioni di questi), ma anche nel carrello. Ovviamente, però, nella descrizione che ChatGPT fa di sé stessa salta all’occhio un elemento: «Generare recensioni». Una possibilità che appare essere del tutto fuori luogo visto che tale “compito” dovrebbe essere completato da un utente “umano” che ha avuto esperienza con tale prodotto o con tale servizio acquistato. Probabilmente, però, si tratta di un problema di tipo linguistico. Abbiamo, infatti, provato a chiedere alla chatbot di OpenAI di recensire per noi l’iPhone13 (non il 14 perché ChatGPT ha informazioni solo fino al 2021). Questo il risultato.

Si tratta, in sintesi, di una sorta di scheda tecnica che parte dal confronto con il modello precedente e spiega tutte le migliorie apportate al dispositivo mobile di casa Apple. Dunque, da questo punto di vista il supporto dell’intelligenza artificiale sembra poter essere molto utile al fine di velocizzare le procedure di “schedatura” dei singoli prodotti messi in commercio su una piattaforma.

eCommerce e intelligenza artificiale, il binomio può funzionare?

E le indicazioni sembrano essere molto aderenti con la realtà. Soprattutto perché si tratta di una chatbot in grado di fornire al cliente indicazioni (non solo commerciali). Non contenti di questa risposta molto specifica su ChatGPT, abbiamo chiesto all’intelligenza artificiale di OpenAI come l’AI possa essere uno strumento utile allo sviluppo dei portali di e-commerce. E le indicazioni, in questo caso, sono state piuttosto precise:

  • Personalizzare la navigazione e le raccomandazioni dei prodotti per ogni singolo cliente;
  • Prevedere gli acquisti futuri dei clienti e adattare l’offerta di prodotti di conseguenza;
  • Analizzare i dati delle transazioni per identificare tendenze e comportamenti degli acquirenti;
  • Rispondere alle domande dei clienti tramite assistenti virtuali;
  • Analizzare i dati dei social media per identificare le tendenze dei prodotti;
  • Analizzare i dati di navigazione per ottimizzare l’esperienza utente. In generale l’AI è in grado di aiutare le aziende a prendere decisioni più informate e personalizzare l’esperienza dei clienti in modo più efficace. 

E sempre ChatGPT ci ha fornito alcuni esempi di questa convivenza (apparentemente di successo) tra portali di eCommerce e Intelligenza Artificiale. Cinque aziende, note ai più, che basano la user experience proprio sulle indicazioni raccolte, immagazzinate, rimodulate e restituite dalla AI.

  • Amazon utilizza l’IA per personalizzare le raccomandazioni dei prodotti per ogni singolo cliente e per sviluppare la sua assistente virtuale Alexa;
  • Netflix utilizza l’IA per raccomandare i contenuti ai propri utenti in base ai loro interessi e alle loro abitudini di visione;
  • Alibaba utilizza l’IA per analizzare i dati dei clienti e personalizzare le raccomandazioni dei prodotti;
  • Shopify utilizza l’IA per generare descrizioni dei prodotti e per ottimizzare i prezzi dei prodotti in base alla domanda e alla concorrenza;
  • Walmart utilizza l’IA per analizzare i dati dei clienti e personalizzare le raccomandazioni dei prodotti, oltre ad utilizzare sistemi di visione artificiale per monitorare il conteggio delle scorte e automatizzare la movimentazione dei prodotti all’interno dei magazzini.

Cinque esempi (ma sono moltissime le aziende di eCommerce ad aver utilizzato strumenti di questo tipo) di come l’intelligenza artificiale possa aiutare lo sviluppo delle piattaforme. Soprattutto snellendo procedure molto più complesse. Al netto di tutto ciò, ovviamente, va aggiunta una mancanza: l’occhio umano che restituisce (almeno dialetticamente) l’esperienza su un determinato prodotto. Per tutto il resto, è cosa nota che l’AI (o più in generale gli algoritmi) siano in grado di monitorare le abitudini di un “cliente-utente”, proponendo prodotti (in questo caso) sempre in linea con le proprie ricerche o abitudini di fruizione.

Share this article