Dopo un anno di beta, Bluesky è disponibile per tutti (anche in Italia)
Sorprendono tantissimo le somiglianze con Twitter vecchia scuola, ma il punto di riferimento è in primo luogo Mastodon
08/02/2024 di Gianmichele Laino
Non mancano nemmeno i post con l’hashtag #Sanremo2024. Insomma, c’è proprio tutto per considerare Bluesky una piattaforma (anche) italiana. Che – nella sua impaginazione – emette molte vibes à la Twitter vecchia scuola, anche se – in realtà – il vero competitor è Mastodon. Si tratta di un prodotto che si inserisce nel filone e nella filosofia del fediverso e che segue il principio dell’open source e della decentralizzazione. Insomma, si cerca di sfruttare il principio – su cui una fetta sempre più cospicua di internet sta puntando – di una piattaforma di microblogging collegati tra loro, comunicanti, nonostante la loro collocazione su server differenti. E, in più, aggiunge quelle caratteristiche – anche visuali – che richiamano molto il mondo di Twitter, considerando anche che nel cda di Bluesky c’è anche Jack Dorsey, fondatore di Twitter uscito di scena praticamente in concomitanza con l’arrivo di Elon Musk. Bluesky, ora, è disponibile ufficialmente anche in Italia, dopo un anno che è servito a testarlo, a evidenziarne i principali bug e – si spera – a risolverli.
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Bluesky disponibile anche in Italia
Il logo è quello di una farfalla blu, l’interfaccia è quella ormai familiare a tutti gli utenti di Twitter: un feed al quale poter aggiungere i propri post, attraverso il quale interagire con like e re-post. Per iniziare, si chiedono alcuni dati personali (tra cui il numero di telefono per ricevere un codice di verifica) e si chiedono le preferenze dell’utente per fornirgli una prima lista di account da seguire (20 in totale) per evitare il blocco da feed bianco. Sulla base di questi interessi – che possono spaziare dalle news alla cultura, passando per il giornalismo, per lo sport, per lo spettacolo, per il cibo e la cucina – Bluesky inizia a costruire una sorta di community personalizzata per l’utente.
Nulla di particolarmente rivoluzionario nei principi. Nemmeno nulla di particolarmente diverso se si considera il fediverso di Mastodon: la linea è stata già tracciata da altri, occorrerà capire se Blusky riuscirà – visti i suoi sponsor e visto l’hype che si è creato intorno – a rendersi riconoscibile e attrattivo per gli utenti. Che, a un certo punto, dovranno fare pari o dispari: meglio Mastodon o meglio Blusky?