A luglio torna ad aumentare la disoccupazione

30/08/2019 di Enzo Boldi

Un aumento che ferma il trend in calo su base annua. L’Istat ha reso pubblici i dati sulla disoccupazione nel mese di luglio. Secondo i numeri forniti dall’Istituto di Statistica, l’occupazione in Italia ha riscontrato una frenata rispetto a quanto ottenuto finora. Si tratta di numeri non elevatissimi che, quindi, consentono di mantenere un ottimismo su base annua. Come spesso capita, a trainare i numeri sono i giovani: i disoccupati tra i 15 e i 24 anni sono aumentati dello 0,8% nello scorso mese.

La disoccupazione giovanile nel mese di luglio si porta dal 28,1% al 28,9% rispetto a giugno. Su base annua, però, il trend continua a essere positivo nonostante questa brusca frenata estiva, con un calo di disoccupati tra i 15 e i 24 anni che si attesta (al momento) attorno al -2,7%. Numeri che mostrano un’incertezza nel mercato del lavoro che, come spesso capita, vede nei più giovani lo sfogo di tutte le tendenze negative nel tasso di disoccupazione.

Torna a crescere la disoccupazione in Italia

«Dopo cinque mesi consecutivi di crescita, a luglio l’occupazione è in lieve calo nel confronto mensile. In particolare, diminuiscono, dopo quattro mesi di crescita, i lavoratori dipendenti sia permanenti sia a termine, mentre aumentano gli indipendenti – sottolinea l’Istat nella sua relazione mensile -. Nell’ultimo mese si stima un aumento dei disoccupati e una flessione degli inattivi. Nel confronto trimestrale e tendenziale permangono la crescita dell’occupazione e il calo della disoccupazione già osservati nei mesi precedenti».

Calano gli occupati, stabili gli inattivi

Il trend annuale in positivo, infatti, non consente di tirare un sospiro di sollievo per via del confronto con le altre realtà europee. Inoltre, se la disoccupazione è salita a luglio, occorre sottolineare come l’occupazione (seppur di poco, lo 0,1%) sia diminuita. I due dati devono esser letti con visioni differenti per via del conteggio anche della popolazione inattiva tra i 15 e i 64 anni. Quel numero, infatti, è rimasto stabile e si è attestato al 34,2%.

(foto di copertina: ANSA / FRANCO SILVI)

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