Il problema della disinformazione in spagnolo, cinese e vietnamita nelle elezioni di midterm

Non è solo la disinformazione in inglese che pesa, per le elezioni di midterm, soprattutto perché quella nelle altre lingue è particolarmente insidiosa

05/10/2022 di Ilaria Roncone

Meta e Twitter sono costantemente impegnati sul fronte della disinformazione da tenera a bada in Usa, soprattutto in vista delle elezioni di midterm, ma c’è una questione che va tenuta in considerazione e che potrebbe – visto il quantitativo di elettori che coinvolge – fare la differenza. La disinformazione elezioni midterm in Usa non viene fatta solo in inglese – la lingua rispetto alla quale le piattaforme agiscono maggiormente – ma anche in spagnolo, vietnamita e cinese allo scopo di agire sulla comunità di americani migranti che parlano cinese, spagnolo e vietnamita.

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Disinformazione elezioni midterm, migranti bombardati nella loro lingua di origine

I migranti sono costantemente bombardati da fake news relative alla politica in Usa e a confermarlo è un rapporto – che risale allo scorso luglio – del Tech Transparency Project. La questione riguarda in primis coloro che parlano spagnolo ma anche tutti quelli la cui lingua madre è il vietnamita o il cinese. Se concentrarsi sulla disinformazione politica in lingua inglese è fondamentale in vista delle elezioni di midterm – considerati i danni effettivi che può apportare alla democrazia – anche farlo nelle lingue più parlare dopo la principale ha un grande peso.

La questione, però, non è stata affrontata dalle piattaforme. Si tratta di intere campagne di fake news che prendono in causa il comunismo (si fa riferimento a un presunto “allarme rosso”) allo scopo di seminare sfiducia nelle persone attualmente in carica al governo federale.

Il comitato che avrebbe dovuto arginare la questione non è operativo

All’inizio di quest’anno il governo ha istituito un Disinformation Governance Board il cui scopo primario sarebbe stato quello di arginare la diffusione di false informazioni tra le comunità di migranti. Il condizionale è d’obbligo poiché – come sottolinea anche Cnet – il comitato è stato messo in pausa in seguito alla diffusione di informazioni errate sullo stesso via social. Si tratta di una questione di cui si stanno occupando anche le organizzazioni politiche che rappresentano le comunità emarginate, riconoscendo il peso di questo rischio. I dati parlano chiaro: ci si aspetta un’impennata della disinformazione nelle lingue indicate nelle prossime settimane.

L'”allarme rosso” e i diffusori di fake news

Il punto in comune della disinformazione per questi target – a prescindere dalla lingua – è il comunismo. A diffondere le fake news sono movimenti religiosi, gruppi politici di destra, truffatori e altri paesi. Lo scopo è sempre lo stesso: creare sfiducia nell’operato delle istituzioni americane facendo leva sulla lotta a una presunta influenza comunista nel sistema politico Usa.

Considerato che gli obiettivi di questo tipo di comunicazione sono migranti di prima generazione che sono scappati da paesi in cui vige il comunismo, fare leva su esperienze personali e traumi alludendo al fatto che quel tipo di dittatura voglia entrare negli Stati Uniti risulta particolarmente efficace. Instillare la paura in persone che vogliono che gli Usa rimangano il loro porto sicuro è un’azione insidiosa che si basa, fondamentalmente, sul nulla. Biden e i suoi vengono dipinti come comunisti in quanto progressisti e sostenitori di movimento come BLM.

Una situazione complessa, insomma, che le piattaforme difficilmente potranno gestire efficacemente e in tempo per queste elezioni considerato che c’è già la disinformazione in lingua inglese di cui tenere conto.

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