Biden fiducioso sulla vittoria, Trump parla di brogli e minaccia ricorsi

Il candidato democratico sempre più vicino alla Casa Bianca dopo la conquista di Wisconsin e Michigan, ma il presidente non molla e cerca di bloccare il conteggio dei voti

05/11/2020 di Redazione

A metà pomeriggio del giorno dopo le elezioni arriva il discorso di Biden alla nazione. “È chiaro che  stiamo vincendo un numero sufficiente di Stati per raggiungere quota 270” grandi elettori, ha detto il candidato democratico, mostrandosi fiducioso sull’esito di questo complesso e infinito conteggio di voti che tiene aperti ancora ben 6 Stati (Alaska, Arizona, Georgia, Nevada, North Carolina e Pennsylvania), mentre il presidente è furioso e denuncia brogli pretendendo lo stop del conteggio negli Stati in cui è in vantaggio e il via libera al conto dei voti dove invece deve recuperare.

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Il discorso di Biden, il più votato di sempre nella Storia degli Stati Uniti

Il discorso di Biden, che comunque finisca questa elezione sarà il candidato più votato di sempre nella storia degli Stati Uniti, è sembrato il primo passo da presidente dell’ex vice di Barack Obama che dopo aver detto che “è chiaro che stiamo vincendo in un numero sufficiente di Stati per raggiungere quota 270” ha sottolineato di non parlare “per annunciare la mia vittoria, ma per dire che tutti i voti devono essere contati” e dirsi orgoglioso del fatto che “più di 150 milioni di persone hanno votato, perché la democrazia è l’essenza della nostra nazione”. Il candidato democratico ha sottolineato il fatto di aver vinto il voto popolare, e di aver ottenuto con la sua vice Kamala Harris “più voti di qualsiasi coppia di candidati nella storia americana”, ma soprattutto ha ribadito che “per andare avanti dobbiamo smettere di trattare i nostri avversari come nemici” aggiungendo che governerà da “presidente americano”.

Il discorso di Biden e la rabbia di Trump

Il discorso di Biden mostra il profilo presidenziale del candidato democratico, che però è consapevole che questo voto avrà una coda legale molto lunga e per questo ha chiamato i suoi donatori per finanziare il “Biden Fight Fund”, il fondo di combattimento del candidato democratico per sostenere la battaglia legale scatenata da Donald Trump.  Il presidente infatti non si accontenta di lanciare accuse definite “infondate” anche dagli osservatori dell’Osce e auto assegnarsi su Twitter Pennsylvania, Georgia, Nord Carolina e Michigan, ovviamente senza alcuna base legale o costituzionale.

E punta a bloccare lo spoglio nelle aree dove è in vantaggio e rischia il sorpasso, come la Pennsylvania, pur chiedendo di continuare a contare i voti in Arizona e Nevada dove spera di operare lui il sorpasso. Il tutto mentre la sua campagna chiede il riconteggio in Michigan e Wisconsin e il leader del Senato, Mitch McConnell prende le distanze dalle sue accuse. I dati attuali confermano infatti le previsioni della vigilia che parlavano del cosiddetto “miraggio rosso”, il vantaggio, anche ampio, che il presidente avrebbe avuto in alcuni Stati in cui si sarebbero contati prima i voti del giorno stesso e solo dopo quelli dell’early voto e del voto via posta, in larga maggioranza democratici. E come previsto i larghi vantaggi di Trump in Michigan, Wisconsin, Pennsylvania e Georgia si sono gradualmente assottigliati fino a diventare, almeno in Michigan e Wisconsin, due sconfitte. E se il risultato finale del voto in Nord Carolina non arriverà prima di una settimana.

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