Discord: i numeri dei complottisti che si infiltrano nell’app

Continua il nostro approfondimento su Discord: l'analisi di come la piattaforma sta cercando di combattere disinformazione e complotti

09/09/2021 di La politica del popolo

Questa è la seconda parte dell’approfondimento su Discord realizzato in collaborazione con la Politica del Popolo. In questo capitolo si descriverà il fenomeno dei complottisti americani che hanno cercato di fare anche di questa app il loro terreno di conquista. 

Disattivare lo studio delle proprie azioni permette certamente di preservare la privacy, al di fuori dei dati essenziali necessari per usufruire del servizio. Su Discord si sono però registrati anche casi di chat pericolose, soprattutto negli Stati Uniti. Nella seconda metà dello scorso anno i gestori del portale hanno rimosso più di 2.000 comunità dedicate all’estremismo e ad altri contenuti violenti, hanno fatto sapere in un comunicato ufficiale i responsabili della società. I funzionari hanno affermato che delle 2.212 comunità estremiste e violente rimosse dalla piattaforma, circa 1.500 erano nuove. Si tratta di un numero pari a quasi il doppio rispetto agli interventi dello stesso tipo effettuati nella prima metà dello scorso anno.

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Discord e i numeri dei complottisti

“Continuiamo a credere che non ci sia posto su Discord per i gruppi che si organizzano intorno all’odio, alla violenza o alle ideologie estremiste”, hanno fatto sapere i responsabili nell’ultimo rapporto sulla trasparenza. Nella seconda metà del 2020, il team dei moderatori ha cancellato circa 266.000 account da Discord, principalmente per violazioni del divieto del sito sui contenuti di sfruttamento, in questo periodo sono state bandite più di 27.000 community, principalmente per violazioni delle regole della piattaforma contro i crimini informatici.

Parliamo di un social media pieno di chat room di gruppo a cui si accede per lo più su invito, e in cui gli utenti in genere comunicano in modo anonimo. Recentemente da gamer house si è trasformato in un luogo di ritrovo per cose come club del libro, karaoke e consigli di trading di Wall Street. Tra i forum disabilitati nell’ultimo round c’erano alcuni dedicati al movimento anti-governativo Boogaloo, uno dei tanti gruppi di estrema destra che si era ritrovato sotto l’effige di Donald Trump e che la prima settimana di gennaio aveva preso parte all’assalto al Campidoglio. Discord ha affermato che c’è stato un picco di attività nelle sue comunità da QAnon, altra frangia di cospirazionisti pro-Trump che avevamo già incontrato su ClubHouse.

Nel lasso di tempo compreso tra luglio a dicembre, Discord ha eliminato 334 comunità relative a QAnon. Nel complesso, gli amministratori hanno chiuso quasi 30.000 comunità in tutto il sito per vari tipi di abuso. Le violazioni più citate riguardano crimini informatici e contenuti di sfruttamento, che includono revenge porn e contenuti sessualmente espliciti che coinvolgono minori. Il passato di Discord è tutt’altro che tranquillo. Un tempo considerato un rifugio per i nazionalisti bianchi e altri gruppi odiosi, la app ha lavorato per espellere gli utenti che promuovono la violenza e le comunità pericolose dalla piattaforma sin dal micidiale raduno Unite the Right a Charlottesville, in Virginia, nel 2017. Quella volta i manifestanti utilizzarono proprio l’idea di Jason Citron e Stan Vishnevskiy per pianificare quell’evento, stimolando la piattaforma a intensificare le sue politiche di moderazione. Durante la rivolta del Campidoglio, furono tantissimi i social coinvolti. Il gruppo di sinistra Unicorn Riot in quell’occasione aveva documentato 18 comunità frequentate da alcuni che hanno preso parte all’assedio.

Testo di Enrico Filotico

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