Diritti umani e minoranze, cosa succede adesso che Twitter è di Elon Musk?

Tra i vari dibattiti sull'acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk si sta svolgendo anche quello sulle conseguenze rispetto ai diritti delle minoranze

26/04/2022 di Ilaria Roncone

Elon Musk ha acquistato Twitter e ora gli esperti di tutto il mondo – analizzando la questione da una serie di punti di vista diversi – stanno cercando di capire cosa significherà questo. Capitolo diritti umani e minoranze Twitter: cosa succede ora? Tra i vari dibattiti che si sono sviluppati per ora in merito alla questione ha dato senz’altro un valido contributo Access Now, non-profit che si occupa di diritti civili digitali da estendere ai cittadini di tutto il mondo. L’analisi di quanto accade alla piattaforma, le previsioni e le esortazioni nei confronti degli azionisti – sottolineando quali sono i pericoli da adesso in poi in questo ambito – non sono mancate di certo.

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Diritti umani e minoranze su Twitter: c’è preoccupazione dopo la mossa di Musk

Una dei cardini di quello che, effettivamente, è un manifesto degli intenti di Musk ora che Twitter è suo riguarda la libertà di parola: la maggiore preoccupazione degli attivisti è che la possibile privatizzazione di Twitter vada a ridurre la trasparenza del suo funzionamento e le responsabilità. Con Jack Dorsey che, pur continuando a sostenere che nessuno dovrebbe possedere la piattaforma, ha definito Musk un proprietario di cui si fida, i fari sono puntati sui cambiamenti che questa situazione potrebbe comportare per la società e per quelli che fanno parte di minoranze.

Peter Micek, avvocato generale di Access Now, non ha esitato a sottolineare – come riporta Cybernews – che «le società di spyware e altri settori dell’industria tecnologica con precedenti preoccupanti in materia di diritti umani hanno usato questo tipo di oscurità normativa per agire impunemente». Privatizzare un’azienda – seppure Musk abbia affermato che vuole rendere pubblico l’algoritmo – rischia di ridurne trasparenza e responsabilità nella società civile. Una serie di esperti concorda inoltre sul fatto che rendere pubblico l’algoritmo potrebbe portare a una minore moderazione.

La libertà di parola per Elon Musk

Come abbiamo già sottolineato riflettendo sulla questione Trump su Twitter – con Musk che potrebbe, visto quanto sostiene, ridare all’ex presidente degli Stati Uniti l’accesso al suo account – il magnate di Tesla è considerato un assolutista quando si tratta di libertà di parola. Questo, secondo Access Now, va ad aumentare le probabilità che su Twitter venga concesso spazio a quelli che – finora – era considerati contenuti che incitano alla violenza, all’odio e alle molestie.

«Elon Musk ha una comprensione limitata della libera espressione e delle complessità che circondano la sua fruizione pratica – ha detto il direttore politico di Access Now – La sua apparente mancanza di preoccupazione per l’importanza della moderazione dei contenuti sulla piattaforma riflette la sua limitata considerazione di quanto possano essere ostili gli spazi online per i gruppi emarginati». C’è poi da considerate «il rapporto spesso conflittuale tra i social media e il discorso politico, e i problemi di scala, in cui anche il contenuto legale può diventare un’arma quando circola in massa».

Finora Twitter si è impegnato per capire in che modo i suoi servizi impattano sulla vita delle persone e ha collaborato con ricercatori e società civile per la protezione delle minoranze a rischio e, rispetto a quanto fatto, «una svolta danneggerebbe seriamente i diritti umani su una delle piattaforme più importanti del mondo per il discorso pubblico e verrebbe a mancare una voce leader nel settore» – sostiene il direttore delle campagne di Access Now.

Cosa dovrebbe fare Twitter? Permettere la valutazione indipendente dell’impatto che l’acquisizione avrà sui diritti umani e eleggere nel board una figura che si occupi di tutelare questi aspetti.

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