Trump dice che non tornerà su Twitter, ma è davvero così?

Ha detto di concentrarsi sul suo progetto, ma in realtà l'ex presidente ha davvero bisogno di Twitter

26/04/2022 di Redazione

La dichiarazione di Donald Trump di lunedì, proprio nelle ore dell’accordo che ha portato Elon Musk ad acquistare Twitter, sembra essere abbastanza decisa. L’ex presidente degli Stati Uniti ha detto che non ritornerà sulla piattaforma che lo ha bannato dopo i fatti del 6 gennaio 2021. E che, invece, si concentrerà sulla sua piattaforma, The Truth Social, lanciata – tra mille problemi – qualche settimana fa.

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Trump torna su Twitter? Perché gli conviene

Ha però mostrato parole di apprezzamento nei confronti di Elon Musk: «Spero che Elon acquisti Twitter – ha detto – perché lo migliorerà ed è un bravo ragazzo, ma rimarrò su The Truth». Ora, a parte il fatto che lo stesso Donald Trump ha mostrato più di una incertezza a proposito del suo nuovo progetto social (durante un comizio in Ohio ha clamorosamente sbagliato il nome della sua piattaforma, chiamandola The Truth Central), il fatto che Elon Musk sia il nuovo padrone di Twitter e che questa acquisizione sia avvenuta nel nome del ripristino del “free speech” spiana praticamente la strada a un ritorno dell’ex presidente americano sul social network che più ha utilizzato nel corso della sua presidenza, costruendo proprio tra quei 240 caratteri il proprio consenso.

Donald Trump, dopo la scomparsa da Twitter, è diventato meno influente per l’opinione pubblica: si parla meno di lui, delle sue boutade, delle sue uscite fuori dalle righe. Per questo aveva provato a costruirsi un proprio social network che, però, stando alle premesse (problemi di sicurezza, di usabilità, di diffusione dei contenuti stessi, una somiglianza troppo palese con Twitter stesso) non sembra assicurargli quella cassa di risonanza che Twitter invece gli garantiva.

Se Elon Musk – non è la prima volta che l’imprenditore di Tesla riceve degli apprezzamenti da Donald Trump – continuerà nel suo proposito di voler eliminare i ban permanenti dalla piattaforma (preferendo più che altro una sospensione del servizio, in caso soltanto di tweet particolarmente controversi o apertamente in violazione con le regole della community), allora l’occasione potrebbe essere troppo ghiotta. Del resto, Donald Trump ha una candidatura da inseguire per proporsi nuovamente come lo sfidante dei democratici alle prossime elezioni statunitensi.

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