Dirigente di Forza Nuova picchiato a Palermo, fu condannato per botte agli immigrati

21/02/2018 di Redazione

Un dirigente di Forza Nuova vittima di un terribile pestaggio. Nel tardo pomeriggio di ieri Massimiliano Ursino, segretario provinciale di Forza Nuova a Palermo è stato aggredito in strada, legato mani e piedi in una strada in centro città e bastonato fino a quando qualcuno non ha implorato di smetterla. È stato colpito alla testa e al corpo. L’aggressione è avvenuta vicino alla sede di Fn, a pochi passi da piazza Lolli, in via Dante. Tra gli assalitori, almeno sei, ci sarebbe anche una ragazza. Ursino è finito in ospedale con ferite alla testa. Ha una frattura al naso, ematomi al volto e in tutto il corpo e una sospetta lesione alla spalla. I medici del Pronto Soccorso dell’Ospedale Civico gli hanno diagnosticato una prognosi di venti giorni.

Massimiliano Ursino, dirigente di Forza Nuova legato e bastonato in strada a Palermo

Fn intanto ha minacciato ritorsioni. Il vicesegretario Giuseppe Provenzale ha dichiarato: «Tutti sanno chi è stato. E lo sa anche il sindaco Leoluca Orlando. Noi risponderemo politicamente a questa aggressione. Ci prenderemo la piazza con l’arrivo del nostro leader Roberto Fiore anche se qualcuno cerca di vietarcelo». E ancora: «Sono animali e come le iene attaccano alle spalle, ci hanno dichiarato guerra e guerra sia». La procura di Palermo ha aperto un’indagine, affidata alla Digos. In una nota il sindaco Orlando ha commentato: «Quanto avvenuto con l’aggressione ai danni del segretario provinciale dell’organizzazione neofascista Forza Nuova a Palermo è il segno della degenerazione che la politica italiana sta subendo, dopo avere sottovalutato la recrudescenza di fenomeni e comportamenti fascisti e razzisti, che rischiano di infettare culturalmente la società civile, anche quella che antifascista e antirazzista si proclama. Il fascismo non si combatte con lo squadrismo, bensì con la cultura e la resistenza».

Massimiliano Ursino, negli anni scorsi condannato per botte agli immigrati

Ursino, a luglio 2006 fu arrestato per aver rapinato e picchiato due immigrati del Bangladesh nel centro del capoluogo siciliano, di fronte al teatro Massimo. Dopo aver subito la rapina, una borsa e articoli di bigiotteria, le due vittime avrebbero inseguito Ursino e due suoi complici (anche loro militanti di Forza Nuova) ma questi avrebbero tirato fuori delle spranghe e picchiato a sangue gli immigrati. Ursino venne condannato in primo grado a due anni e mezzo di carcere.

Ma quello con i due venditori ambulanti non è stato l’unico episodio violento e a sfondo razzista a cui Ursino avrebbe partecipato. Nel giugno 2005, sempre con altri due complici, aggredì con pugni e bastonate un nigeriano e un altro giovane originario di Siracusa in via Candelai, sempre nel centro di Palermo. I tre vennero rinviati a giudizio per lesioni aggravate per aver agito in base a ‘motivi razziali’. Nel 2008, poi, il dirigente di Fn nel 2008 partecipò al confezionamento e alla spedizione dei pacchi choc, inviati a varie redazioni giornalistiche, contenenti una bambola sporcata con sangue e interiora di animale per la campagna di Forza Nuova contro la legge 194.

Nel febbraio dell’anno scorso, infine, qualcuno tentò di incendiare lo studio di tatuaggi di Ursino provocando danni alla saracinesca. Ai poliziotti il dirigente di Fn disse di avere avuto la notizia del raid incendiario da un amico mentre si trovava nella sede del movimento, in via Villa Florio, durante una riunione. Qualcuno lanciò una bomba carta sulla porta della sede provocando l’annerimento dell’infisso ma senza causare feriti.

(Foto: FACEBOOK / MASSIMO URSINO)

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