Il direttore di The Lancet dice che in Italia con un lockdown anticipato si sarebbero evitati migliaia di morti

Critiche feroci e senza guardare in faccia a nessuno. Sono quelle che Richard Horton, il direttore da 25 anni della prestigiosa rivista scientifica The Lancet, ha pronunciato nel corso di un’intervista esclusiva a Repubblica, in cui ha presentato il suo libro in uscita nei prossimi giorni, The Covid-19 Catastrophe: What’s Gone Wrong and How to Stop It Happening Again, la catastrofe del Covid-19: cosa è stato sbagliato e come impedire che si ripeta ancora. Sono arrivati rimproveri sia su come l’Italia abbia gestito l’emergenza coronavirus (pur riconoscendo alcune attenuanti), ma anche sulla Gran Bretagna e sugli Stati Uniti.

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Direttore Lancet accusa i governi sul mancato anticipo del lockdown

Boris Johnson, ad esempio, se avesse preso sul serio l’epidemia sin dagli inizi, avrebbe potuto evitare più del 50% delle vittime di coronavirus in Gran Bretagna. Ma la stessa cosa vale anche per l’Italia. Anche l’anticipo di una sola settimana delle misure di lockdown avrebbe potuto salvare migliaia di persone. Horton ricorda però che il nostro Paese ha agito prima degli altri e ha avuto una crisi molto forte nelle RSA che nulla ha a che vedere con il lockdown.

Tuttavia, la differenza di una settimana – se si considera che è quello il nocciolo della questione relativo ad esempio all’inchiesta della procura di Bergamo sulla mancata istituzione delle zone rosse di Alzano e Nembro – secondo Horton è stata cruciale: «Ci sarebbe stata una riduzione dei morti, senza dubbio. All’inizio, anche stando a ciò che mi diceva Giuseppe Remuzzi (dell’istituto Mario Negri, ndr), il governo italiano non ha capito la gravità di ciò che accadeva in Lombardia. Un lockdown anticipato di una o due settimane può significare fino al 50% di vittime in meno. Bisogna essere molto autocritici su questo. I ritardi, qualsiasi sia la loro ragione, hanno avuto delle conseguenze. Migliaia o forse una decina di migliaia di vittime non meritavano di morire».

Direttore Lancet: «I politici non dicono chiaramente che non ne usciremo prima di un anno»

Insomma, una bordata vera e propria nei confronti della politica. Che allarga i suoi confini anche ai Paesi europei e agli altri Paesi del mondo: «I politici – ha confermato Horton – non dicono chiaramente che la situazione non tornerà alla normalità prima di un anno. E che quindi bisogna evitare eventi di massa, di prendere i mezzi pubblici, di non rispettare più le norme per il distanziamento. Quello che si sta verificando in Cina fa ancora parte della prima ondata, sarebbe deleterio abbassare la guardia come purtroppo qualcuno sta facendo».

Richard Horton, direttore di The Lancet, continua nella sua disamina e crede che anche la comunità scientifica abbia avuto delle responsabilità, sottovalutando – per una sorta di razzismo intrinseco – il lavoro che i medici cinesi stavano portando avanti nei primi giorni dell’epidemia. Un’analisi a tutto campo, insomma, che prende in considerazione aspetti sin qui trattati in maniera molto diversa. Ma l’autorevolezza della voce che pronuncia queste accuse offre loro completamente un altro punto di vista.

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