Sono stati i grandi colossi del web a favorire QAnon

La diffusione delle teorie cospirazioniste contro Trump e del negazionismo sul coronavirus è stata alimentata dai grandi media online

18/12/2020 di Gianmichele Laino

Di chi è stata la colpa per la diffusione delle grandi teorie del complotto di QAnon, del presunto piano per far fuori Donald Trump, delle teorie negazioniste contro il coronavirus? C’è un unico, inconfondibile identikit: le grandi e potenti companies del web. Da Google a Facebook, ognuna di loro ha avuto le proprie responsabilità nel rendere celebri in tutto il mondo questi fenomeni che, senza la loro vasta cassa di risonanza, probabilmente sarebbero stati confinati a una cerchia piuttosto stretta di persone. La diffusione QAnon è stata misurata da NewsGuard, l’azienda statunitense che monitora lo stato dell’informazione sul web e l’affidabilità dei vari siti di notizie.

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Diffusione QAnon, come è stata possibile

C’è stato, lo si riporta nel report, un momento preciso – tra le altre cose – in cui si è verificata l’esplosione del fenomeno. Nell’estate 2020, giusto in tempo per la campagna elettorale americana e in concomitanza con uno dei picchi più preoccupanti sul continente americano del coronavirus, le teorie cospirazioniste di QAnon si sono diffuse praticamente a macchia d’olio.

Facebook, in particolare, secondo NewsGuard avrebbe permesso – lo si evince dall’analisi di oltre 200mila post sul tema – l’espansione di queste teorie per circa tre anni (da conteggiare a ritroso rispetto all’estate del 2020, quando – come si diceva – c’è stato il momento di massima diffusione), prima di intervenire a gamba tesa grazie all’implementazione nell’algoritmo di un sistema per bloccare i contenuti di odio.

Diffusione QAnon: quando Facebook lo ha bloccato, c’è stato l’esodo su altre piattaforme

Nel frattempo, con il blocco di questi contenuti su Facebook, la grande onda dei QAnon ha iniziato a muoversi in massa su altre piattaforme: da Telegram a Parler, passando per tutte le altre grandi compagnie che hanno offerto ospitalità a contenuti di questo particolare tenore.

Nel frattempo, ci sono state le elezioni americane (su cui, tuttavia, questa grande massa di QAnon non ha influito sensibilmente) e le varie nuove ondate della pandemia di coronavirus. Su quest’ultimo argomento, invece, il sentiment negazionista diffuso da QAnon – forse più propenso a essere considerato trasversale e non legato a una specifica parte politica – ha avuto campo libero.

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