La deputata di QAnon mette all’asta online il fucile automatico

Marjorie Taylor-Greene donerà la sua arma a uno dei donatori come sostegno al secondo emendamento

05/12/2020 di Redazione

Tra i modi di finanziare una campagna politica entra anche l’asta online per il fucile della deputata. A lanciare la nuova, e quantomeno insolita, moda è la neo eletta deputata Marjorie Taylor-Greene, famosa per essere stata la prima seguace di QAnon ufficialmente eletta alla Camera dei Rappresentanti. La deputata della Georgia donerà infatti il suo fucile che le è costato il bando da Facebook per aver lanciato la pagina Stop The Steal Facebook, con cui diffondeva notizie false sui risultati delle elezioni, sostenendo che i democratici avessero truccato le elezioni per impedire la vittoria di Trump.

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L’asta online per il fucile della deputata e il sostegno alle armi

“Questa è la stessa arma che ha provocato le Fake News Media in tutta America costando a Marjorie di essere bandita da Big Tech”. Questo il testo nella pagina in cui si raccolgono i soldi per l’asta online per il fucile della deputata della Georgia. Un chiaro riferimento alle polemiche per il post in cui Marjorie Taylor-Greene posava col il fucile “minacciando” Alexandria Ocasio-Cortez e le altre deputate progressiste di andare a Washington per loro. Un messaggio quantomeno problematico, seguito dalla richiesta di versare ogni tipo di contributo, in modo da entrare automaticamente tra i possibili vincitori dell’arma, il cui valore, rende noto la deputata, è di quasi 2mila dollari.

Una campagna che sostiene anche la lotta per il secondo emendamento, quello che consente di possedere un’arma, sul quale i repubblicani sono immediatamente a puntare consapevoli che l’amministrazione Biden proverà a introdurre una qualche forma di limitazione e di controllo al porto d’armi.

Marjorie Taylor-Greene, QAnon e le bugie di Trump sulle elezioni

Oltre all’asta online per il fucile della deputata, il movimento che segue Taylor-Greene spinge forte anche sulle tesi complottiste rilanciate dalla Casa Bianca sui brogli, mai provati, nelle elezioni del 3 novembre. La neoeletta è stata infatti bloccata da Facebook per aver aperto la pagina Stop the Steal, un gruppo di disinformazione e diffusione di notizie false sui presunti brogli elettorali nelle elezioni presidenziali che ha raggiunto i 300mila membri in appena 48 prima di essere chiuso. E la battaglia contro la verità della seguace di QAnon continua al Congresso, ora che insieme al collega dell’Alabama Mo Brooks cercherà di bloccare la certificazione del voto dei grandi elettori che renderà ufficiale l’elezione di Joe Biden come 46esimo presidente degli Stati Uniti.

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