YouTube sospende la monetizzazione sul canale di Diego Fusaro

Il filosofo lo ha comunicato nella giornata di ieri su Facebook

16/05/2021 di Gianmichele Laino

Un sistema di cui siamo già a conoscenza e che – nell’ultimo precedente di cui vi abbiamo parlato – è stato il preludio a una misura ancora più drastica. Che, tuttavia, non per forza ha sfavorito il diretto interessato. Ma procediamo con ordine. Nel pomeriggio di ieri, 15 maggio, il filosofo Diego Fusaro – che, soprattutto un paio di anni fa, amava frequentare i salotti televisivi che se lo contendevano – ha annunciato che YouTube gli ha inviato un messaggio in cui affermava che il suo canale è stato escluso da ogni forma di monetizzazione, compresa quella derivante dagli abbonamenti degli utenti. Tuttavia, non si tratta di una chiusura del canale YouTube – che risulta ancora attivo, con i suoi quasi 200mila iscritti -, ma di una misura che la piattaforma utilizza spesso quando alcuni contenuti proposti si trovano in contrasto con le proprie policy.

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Diego Fusaro e YouTube, ecco cosa è successo

«Cari amici, con grande tristezza vi segnalo che hanno demonizzato il mio canale YouTube – ha scritto Fusaro su Facebook, in maniera molto polemica -. Hanno sospeso tutti gli abbonamenti e tolto ogni forma di monetizzazione. Motivo? “Contenuti pericolosi“: evidentemente, oggi pensare, porre domande, problematizzare la realtà è la narrazione ufficiale significa veicolare “contenuti pericolosi”. Si tratta con tutta evidenza di un attacco contro il libero pensiero che non si piega all’ordine del discorso dominante».

In precedenza, la misura era stata rivolta anche a ByoBlu, il canale di comunicazione di Claudio Messora – come accennato – e aveva rappresentato una sorta di preludio al blocco definitivo del canale YouTube. Una situazione che, tuttavia, non aveva scoraggiato affatto il fondatore di un network noto per aver diffuso contenuti decisamente controversi, che ha avviato una raccolta fondi – che in poco tempo ha raggiunto i suoi obiettivi – per poter trasmettere sul digitale terrestre in maniera diffusa a livello nazionale.

Il supporto dei “fan” di Diego Fusaro sembra essere la strada scelta anche dal filosofo che ha avviato una campagna di sensibilizzazione rispetto alla diffusione della sua pagina Facebook e del suo sito internet. Ripetiamo quanto affermato in passato in relazione a casi analoghi. YouTube è una piattaforma privata che funziona seguendo le sue regole. Chi la utilizza, ne accetta tutte le sfaccettature. A maggior ragione chi la utilizza con scopi di business, monetizzando sui video. Nel momento in cui il suo team di moderazione individua contenuti (che Fusaro ha esplicitato essere stati definiti «pericolosi») non adatti alle sue regole di gestione, ecco che prende i provvedimenti conseguenti. Diego Fusaro non è stato il primo e non sarà l’ultimo.

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