Ma Di Battista non doveva andare in India?

03/09/2019 di Enzo Boldi

«Io sono ancora qua. Eh già». Mi perdonerà Vasco Rossi (che ieri ha tuonato affinché i politici la smettessero di prendere pezzi di sue canzoni per fare propaganda), ma il verso di quel suo brano del 2012 s’addice perfettamente alla situazione che vede come protagonista l’attivista pentastellato con la valigia: Alessandro Di Battista. Dopo il suo ritorno dall’America Latina, l’ex deputato (sempre uomo forte del Movimento 5 Stelle) era atteso da un nuovo lungo viaggio verso Est. La tappa prevista, come confermato anche da alcuni suoi amici parlamentari dopo gli scazzi pre e post-elezioni Europee, doveva essere l’India: una terra da raccontare in tutto il suo fascino misterioso; una penisola che fa delle contraddizioni uno dei suoi punti di forza e curiosità negli occhi di noi Occidentali. Quel biglietto, però, sembra esser andato perduto.

Allo stato attuale, però, Alessandro Di Battista è tornato a essere una delle personalità pentastellate più in voga del momento. Il suo peso specifico all’interno del Movimento 5 Stelle continua a essere di rilievo, così come il suo successo (seppur in calo rispetto alle passate stagioni) davanti agli occhi dell’elettore grillino. E il suo volto (e la sua voce) è tornato a palesarsi nei giorni della crisi di governo. Ha partecipato a incontri con i vertici, alle riunioni per mettere le fondamenta (o sfasciarle) all’accordo tra M5S e Pd, fino al vis a vis di lunedì con Luigi Di Maio. In cantiere, secondo i rumors, ci sarebbe addirittura un posto in un ministero nel governo Conte-2: quello degli Affari Europei.

Di Battista, ora l’India è più lontana

Lui, fortemente anti-europeista e anti-euro. Ma non sarebbe un paradosso. Ricordiamo che quel posto, negli ultimi 14 (ormai 15) mesi è stato ricoperto prima da Paolo Savona e poi da Lorenzo Fontana. Insomma, due persone che non hanno mai espresso pareri positivi sull’Unione Europea e, come Alessandro Di Battista, non lo hanno mai nascosto. La cosa più interessante, però, sembrano essere le promesse dell’ex deputato pentastellato che – man mano – si sono sciolte come neve al sole. E una, pensate un po’, è stata anche sdoganata da Giorgia Meloni.

Per carità. Alessandro Di Battista ha dichiarato di votare no all’accordo tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico per un governo Conte-2 e ha detto che manterrà questo punto nel corso della consultazione online sulla piattaforma Rousseau.

Dedizione, abnegazione, ritmo. Voracità

Ma la vita è fatta di bivi. Come quello che ti porta a scegliere tra la via della Seta e quella di Palazzo Chigi. Quella di chi attacca a spron battuto e a viso duro, ma poi si lascia affascinare dal fascino fascinoso di un ruolo nel secondo governo consecutivo del Cambiamento. Un tentativo che non può rimanere un’illusione scritta sulla carta dei giornali e che fa mettere in secondo piano anche quel corso di falegnameria per imparare le principali tecniche di alcune popolazioni indigene. Una preparazione e una dedizione che ci auspichiamo sia trasferita anche nell’affrontare un ruolo all’interno del governo.

 

(foto di copertina: ANSA/RICCARDO DALLE LUCHE)

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