Di Battista all’attacco del gruppo Gedi e di John Elkann

27/04/2020 di Redazione

Non si arrestano le bordate di Alessandro Di Battista. L’attivista pentastellato torna, a pochi giorni di distanza, dal clamore per il licenziamento di Carlo Verdelli e la rivoluzione delle nomine nel gruppo Gedi, che ha visto Maurizio Molinari prendere la direzione di Repubblica e Massimo Giannini quella de La Stampa, a dire la sua. E lo fa nella forma del consueto editoriale social che diventa di fatto un netto j’accuse contro la nuova proprietà del gruppo Gedi.

L’accusa è quella, da parte del gruppo Gedi e di Elkann, di costituire una sorta di monopolio mediatico, assai simile a quello berlusconiano che in passato veniva attaccato da Repubblica e dal Gruppo Epresso. Il possesso di un network composito di giornali locali, radio, e grandi giornali nazionali come La Repubblica o La Stampa costituisce, per Di Battista, un pericolo enorme per la democrazia.

«Provate a sommare i follower di tutti i prodotti editoriali che hanno oggi Elkann come padrone. Ne ho calcolati (per difetto) oltre 12 milioni. Anche molti di voi, senza saperlo, avrete messo un like ad una pagina che appartiene, di fatto, ad un gruppo finanziario, EXOR, con sede in Olanda e con a capo John Elkann. E’ evidente, non si tratta di un potere inferiore a quello che aveva Berlusconi!» attacca duramente l’ex parlamentare M5S, invocando ancora una volta una legge sul conflitto di interesse «che dobbiamo fare, smetterla di lottare su questo perché Berlusconi ormai ha 83 anni? Ancora non è stata fatta una legge sul conflitto di interessi e mai si farà se la pubblica opinione non tornerà a comprendere che l’accentramento di potere (soprattutto mediatico) è uno dei principali pericoli per la democrazia e per la giustizia sociale». Parole di fuoco che, ancora una volta, sembrano funzionali a riportare il pentastellato al centro dell’arena politica, puntando soprattutto sugli attivisti della prima ora e allargando a tutti i simpatizzanti stanchi della svolta “governista” dell’M5S. La lotta per l’ascesa ai vertici del Movimento è appena cominciata.

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