L’appello di Laura Boldrini ai senatori M5S: «Non votate la fiducia sul decreto sicurezza bis»

Il conto alla rovescia per il voto in Senato è iniziato. Il governo ha posto la questione di fiducia sul decreto sicurezza bis, fortemente voluto da Matteo Salvini. Il Movimento 5 Stelle, soprattutto all’indomani di alcuni contrasti con l’alleato della Lega, risulta essere decisivo nella votazione. Tuttavia, la presenza della fiducia sembra scongiurare clamorosi ribaltoni. Nel primissimo pomeriggio di oggi, è stata Laura Boldrini a provare a far leva sulla coscienza dei senatori pentastellati, chiedendo il loro voto contrario alla questione di fiducia.

Laura Boldrini e l’appello al Movimento 5 Stelle sul decreto sicurezza bis

«Fatelo per i vostri elettori, che vi hanno votato sperando in un cambiamento, fatelo per i vostri figli, ai quali dovremmo lasciare un mondo migliore – ha scritto Laura Boldrini su Facebook -. Fatelo per voi stessi, perché domani mattina continuerete a guardarvi allo specchio e a interrogare la vostra coscienza. Fatelo per chi volete, ma fatelo».

L’ex presidente della Camera ha rilevato come non ci si possa fidare più, ormai, di una figura come Luigi Di Maio, che «ha già dimostrato di tenere molto di più alla poltrona che al rispetto dei principi e dei valori costituzionali». Per questo, secondo la deputata, riesce tranquillamente a tenere il passo di Matteo Salvini e di continuare sulla sua linea, appiattendo anche i valori del Movimento 5 Stelle su questa strana alleanza di governo.

Chi accoglierà l’appello di Laura Boldrini nel M5S

I numeri in Senato non dovrebbero creare problemi alla maggioranza. Sebbene risicata, infatti, la maggior parte dei senatori dovrebbe optare per il voto favorevole al decreto sicurezza bis. Sulla carta i giallo-verdi dovrebbero contare 165 voti. L’unico pentastellato che, al momento, sembra aver accolto l’appello di Laura Boldrini dovrebbe essere Matteo Mantero. Quest’ultimo potrebbe opporre il proprio diniego (che sarebbe il gesto più forte e polemico nei confronti dell’intero governo, anche quello rappresentato dalla propria parte politica). Più sfumata, invece, sarebbe la sua posizione se, al momento del voto, dovesse uscire dall’aula. In questo caso, si abbasserebbe semplicemente il quorum necessario a far passare il decreto sicurezza bis.

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