L’accordo sul Decreto Rilancio e su come come investire 55 miliardi c’è

Dopo una giornata di tensioni, il sì definitivo alla regolarizzazione dei migranti è arrivato verso mezzanotte. Il Decreto Rilancio – che comprende la regolarizzazione della posizione dei migranti impiegati nell’agricoltura, badanti e colf – c’è. Tra balzi in avanti e frenata, mille riunioni fiume e tutti gli articoli presi in esame, il  pre-Consiglio durato tutta la giornata di ieri ha dato i suoi frutti ed oggi è previsto il Cdm. L’ultimo nodo da sciogliere è stato l’intesa con i 5 Stelle sulla regolarizzazione dei migranti, che negli ultimi giorni avevano detto no ripetutamente alla sanatoria sui migranti.

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«Non regolarizzare i migranti nei campi è un favore alla mafia»

Come afferma Saviano, «è nell’assenza di regole, di diritti che si crea il ricatto, il ricatto della sopravvivenza che obbliga ad accettare paghe bassissime, condizioni disumane e orari senza limiti o straordinari». Impedire il lavoro nero non potrebbe mai corrispondere alla creazione della schiavitù, posto che le regole devono essere rispettate. Archiviata la questione della regolarizzazione del lavoro dei migranti nei campi – oltre che di quello di badanti e colf – il decreto Rilancio dovrebbe essere pronto per essere approvato così com’è nel Cdm previsto per oggi. La maxi manovra mette in circolo denaro per 55 miliardi.

Decreto Rilancio, «Nessun problema di coperture»

Ad assicurarlo è il ministero dell’Economia, che ha spiegato come verrà distribuita la cifra. 10 miliardi andranno per la cassa integrazione, 4 miliardi saranno per il taglio dell’Irap e 6 miliardi per piccole e medie imprese; 5 miliardi per sanità e sicurezza e 2,5 miliardi investiti nel turismo e nella cultura; 2 miliardi andranno rispettivamente investiti sia nell’adeguamento dei negozi e delle attività produttive per rispettare le norme anti coronavirus che per le misure fiscali. Dopo quasi due mesi di lavoro e qualche nome cambiato, il decreto c’è.

(Immagine copertina da Pixabay)

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