E così il governo sta approvando i decreti attuativi per la direttiva sul copyright

Nella giornata di oggi, arriva il passaggio dell'esecutivo

05/08/2021 di Gianmichele Laino

Dalle opere d’ingegno fino agli articoli di giornali. La direttiva europea sul copyright (2019/790) prevede al suo interno diverse fattispecie che, al momento, devono essere passate al vaglio di tutte le legislazioni nazionali. E per l’Italia, a quanto pare, è arrivato il momento di farlo: è prevista per oggi, infatti, in consiglio dei ministri la discussione e l’approvazione dei decreti attuativi che dovrebbero allineare l’Italia alla norma europea sul diritto d’autore. Ma il risultato rischia di essere estremamente contestato, sia per quanto riguarda le opere di ingegno, sia per quanto riguarda l’ambito legato alle testate giornalistiche.

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Decreti attuativi sul copyright, la decisione del governo Draghi

Per quanto riguarda il primo punto di vista, infatti, i principali gruppi che stanno sollevando eccezioni rispetto a quanto previsto da una bozza che ha iniziato a circolare nei giorni scorsi, sono quelli che fanno capo a Wikimedia Italia e a Creative Commons Italia, soprattutto per quanto riguarda immagini visuali e opere di scrittura. Secondo questi due gruppi, da sempre in prima linea per le battaglie relative al diritto d’autore, ci sarebbero dei punti poco chiari: la debole definizione rispetto al diritto di estrazione di parte del testo, la definizione di opera fuori commercio come quella che non è più disponibile nei cataloghi da almeno dieci anni (con una penalizzazione eccessiva delle opere scientifiche, per cui l’intervallo di 10 anni è abbastanza spropositato), l’eccessiva complicazione per le licenze relative alla trasposizione degli articoli sulle opere fuori commercio.

Ma se la sfera che riguarda le opere d’ingegno appare abbastanza sfumata, con problemi sollevati dai principali gruppi che su questa sottile linea lavorano, neanche quella che riguarda gli articoli di giornale e le grandi piattaforme sembra incontrare un unanime consenso. Il professore associato di Law&Economics presso l’Università della Basilicata Giuseppe Colangelo ha espresso alcune perplessità sulla compatibilità tra i decreti attuativi in approvazione oggi e la direttiva europea per quanto riguarda il rapporto nell’utilizzo online delle pubblicazione di carattere giornalistico. Stando alla bozza, infatti, quest’ultimo rapporto prenderebbe a modello maggiormente il tentativo di riforma fatto in Australia (vi ricordate la lotta tra governo, Google e Facebook per quanto riguarda i compensi agli editori?) e non tanto quanto scritto nella direttiva europea. I decreti attuativi, infatti, sembrerebbero introdurre un obbligo di negoziazione tra colossi del web ed editori, mentre la direttiva europea, invece, punta più sulla concessione di licenze, un concetto più sfumato rispetto alla negoziazione obbligatoria.

In realtà, i decreti attuativi – che prevedono anche un arbitrato in capo ad Agcom per offrire garanzia rispetto a questa negoziazione – vanno nella direzione che Fieg e FNSI avevano auspicato, per far salire il peso specifico degli editori e dei giornali rispetto ai colossi del web che dovessero utilizzare i contenuti degli stessi editori e giornali. La sensazione è che la decisione del governo Draghi possa aprire spazi per nuovi contenziosi tra gli OTT del web e il mondo dell’editoria italiana, sulla base dei principi della direttiva europea. Sembra davvero questione di ore.

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